Antonio Da Sangallo The Younger

Antonio Da Sangallo The Younger

Luogo di nascita: Florence

Anno di nascita: 1484

Anno di morte: 1546

Biografia:

Antonio da Sangallo il Giovane, vero nome Antonio Cordini come risulta da diversi documenti e come appaltatore di piccoli lavori edili, facendosi comunque fama di tecnico e costruttore ingegnoso.Il suo primo progetto autonomo fu probabilmente quello per il palazzo Baldassini per incarico del giurista pontificio Melchiorre Baldassini (1515-1518). Il modello del piccolo palazzo fu in seguito riproposto dal Sangallo stesso in Palazzo Farnese.
Si impose inizialmente soprattutto come specialista in fortificazioni militari, ottenendo incarichi direttamente dal papa.
Visse e lavorò a Roma durante la maggior parte della vita e lavorò prevalentemente al servizio di diversi papi. Infatti alla morte del Bramante, dal 1516 fu coadiutore di Raffaello al cantiere della Basilica di San Pietro succedendo allo zio Giuliano che aveva occupato lo stesso ruolo e che era tornato a Firenze. Nel 1520, alla morte di Raffaello, fu nominato primo architetto della fabbrica, con coadiutore Baldassarre Peruzzi: fu l'inizio di un lungo predominio culturale a Roma. Fu nominato da papa Paolo III architetto di tutte le fabbriche pontificie nel 1536.Quindi alla fine degli anni trenta, morti Bramante, Raffaello e Peruzzi, allontanatisi da Roma molti artisti come Serlio, Sansovino, Sanmicheli, Giulio Romano, anche a seguito del sacco del 1527, Sangallo si ritrovò protagonista assoluto dell'architettura romana, monopolizzando le committenze più prestigiose, a capo di una bottega molto ben organizzata o addirittura di una "setta" come Michelangelo e i contemporanei definirono gli artisti e i tecnici del suo seguito .
La raggiunta posizione sociale gli rese possibile edificare in vecchiaia un palazzo per sé in via Giulia (noto come Palazzo Sacchetti)
Morì a Terni mentre dirigeva i lavori di ristrutturazione del taglio del lago Velino con la Cascata delle Marmore nel 1546.
Durante la sua lunga attività ebbe modo di confrontarsi con la i maestri del Rinascimento toscano, come Giuliano e Antonio da Sangallo, con i protagonisti del Rinascimento romano (Bramante Raffaello) con la generazione del manierismo (Peruzzi, Giulio Romano), oltre che con il grande Michelangelo di cui fu rivale. La sua opera accompagnò l'evoluzione culturale del suo tempo, anche se in generale egli si può considerare il capofila di una generazione in cui si assopirono le sperimentazioni manieriste e si impose un classicismo ormai collaudato.
Le opere del primo periodo possiedono caratteri innovativi soprattutto sotto l'aspetto tipologico, sia per quel che riguarda l'architettura civile che quella religiosa.Il progetto per il palazzo Baldassini divenne un modello tipologico della dimora urbana signorile fino alle soglie del Settecento. In particolare la sua facciata priva di ordini, scandita da cornici marcapiano e inquadrata da bugnato angolare e un forte cornicione, sarà subito riutilizzata largamente da Sangallo e da altri.Fra le opere più interessanti dei primi decenni di attività va annoverata la chiesa, in mattone e travertino, di Santa Maria di Loreto, nei pressi della Colonna Traiana: costruzione notevole per l'effetto monumentale della composizione accentrata, completata sopra il basamento cubizzante da un imponente tamburo a pianta ottagonale su cui si leva una cupola nervata coronata da un'elaboratissima lanterna, singolare opera tardomanieristica del siciliano Giacomo Del Duca, allievo del rivale Michelangelo.
Il cardinale Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III, gli commissionò i lavori a Palazzo Farnese, che portò avanti dal 1517 al 1541.
Il progetto per la dimora principesca per la famiglia del pontefice regnante Paolo III fu un'impresa di vasto respiro che fu completata da Michelangelo. Nella parte superiore, ammirevole ripresa di motivi imperiali romani, è il sistema compositivo del vasto cortile interno, ispirato al motivo delle arcate su pilastri inquadrate dall'ordine architettonico del Colosseo. I prospetti esterni a tre livelli (conclusi dal sontuoso cornicione michelangiolesco) sono elaborati con nobile austerità dalle membrature in travertino sui piani levigati delle cortine murarie alla romana (sulle quali sono riemersi di recente convenzionali geometrismi ornamentali di losanghe disegnate semplicemente da mattoni di tono differente da quello di fondo): catene di bugne con lesene sui due ordini superiori, fascioni lapidei marcapiano-marcadavanzali con lastre dei parapetti in risalto, finestre ferrate inginocchiate al pianterreno, a edicola le altre. È un'opera nello stesso tempo sobria, elegante e serena.

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