Giovanni Costa

Giovanni Costa

Stile: Naturalezza;

Luogo di nascita: Rome

Anno di nascita: 1826

Anno di morte: 1903

Biografia:

Giovanni Costa, detto Nino (Roma, 15 ottobre 1826 – Marina di Pisa, 31 gennaio 1903), è stato un pittore, militare e politico italiano.Esponente di punta della pittura romana dell'Ottocento, ha contribuito al diffondere delle idee naturalistiche anche tra i membri del movimento pittorico dei macchiaioli. È ricordato anche per aver partecipato attivamente alle campagne garibaldine del 1848-49 e del 1859.
Giovanni, detto Nino Costa nasce a Roma nel 1826. Suo padre è un rappresentante della borghesia industriale romana. Durante la giovinezza riceve un'educazione di impostazione classica, rimane affascinato dall'arte del medioevo e del rinascimento e si dedica alla pittura frequentando, sempre nella città natale Roma, intorno al 1848, lo studio del Camuccini, quello del Coghetti e infine quello di Podesti e del Clerici. Ha però una propensione per la natura e per la pittura dal vero che lo allontanano da questi artisti, intrinsecamente legati alle esperienze neoclassica e romantica. Convinto assertore dell'Unità nazionale, Nino Costa partecipa alla prima guerra di indipendenza, anche al seguito di Garibaldi. Nella Repubblica romana del 1849 è consigliere municipale. Alla caduta della Repubblica deve fuggire. Dopo la restaurazione, tra il 1850 e il 1851, compie un viaggio a Napoli: qui probabilmente ha contatti con pittori della scuola di Posillipo che affinano la sua naturale propensione per la rappresentazione verista del paesaggio.
In questi anni inizia a soggiornare ad Ariccia, dove frequenta un gruppo di artisti stranieri: i Nazareni come Overbeck e Cornelius, con cui condivide la passione per l'arte antica, trovando in essi un analogo riconoscimento del Quattrocentismo. Essi tendono ad accentuare una tendenza idealistica che si sta facendo simbolista in, e che sarà ancor più evidente verso la fine del secolo, come in Boecklin e Oswald Achenbach. Risalgono a questo periodo le sue prime conoscenze inglesi: nel 1852 incontra George Mason, in compagnia del quale dipinge en plein air nella campagna romana, e nel 1853 conosce Frederick Leighton. Probabilmente sono loro a informare l'artista romano sulle idee di Ruskin, che dovevano apparire congeniali al Costa, la cui ricerca pittorica si fondava sulla rielaborazione del vero attraverso il "sentimento del pensiero".
Conclude il periodo di formazione con Donne che caricano legna a Porto d'Anzio, del 1852, esposta nel 1856 alla Promotrice di Roma nel 1861, alla Prima Esposizione nazionale di Firenze e nel 1862 al Salon parigino.
I suoi contatti con artisti stranieri di tendenze simbolistiche si moltiplicano tra il 1850 e il 1867: frequenta Boecklin, Emile David, Mason, Leighton ed entra in rapporti col gruppo del Caffè Michelangelo. Conosce così i Macchiaioli, divenendo amico di Cabianca, di De Tivoli, di Banti e di Fattori.
Tra il 1855 e il 1856 la frequentazione con lo svizzero Emile David lo informa sulle prove di Corot e dei barbizonniers e dell'inglese Charles Coleman e lo convince definitivamente ad abbandonare i soggetti storici.
Tra il 1858 e il 1860 intraprende un viaggio nella campagna italiana, con l'amico pittore statunitense Elihu Vedder, bruscamente interrotto dalla mancanza di denaro dell'amico, causata dal troncamento dei finanziamenti che questi riceveva dal padre.
Nel 1861 partecipa alla mostra fiorentina con Donne che imbarcano la legna ad Anzio. Viaggia molto: a Londra dove, attraverso Leighton conosce Burne-Jones e Watts; a Parigi, dove nel 1862 espone al Salon e riceve gli apprezzamenti favorevoli da Corot, da Descamps, da Troyon ed identica situazione si ripete nel 1865.
Mantiene contatti a Firenze con il critico e difensore dei Macchiaioli Martelli e con gli amici inglesi Howard, Richmond e Leighton. Dal 1856 ha inizio la sua fortuna presso l'ambiente inglese: Leighton acquista il quadro Dormono di giorno per pescare di notte, replicato in grandi dimensioni qualche anno più tardi ed esposto nel 1890 alla New Gallery di Londra. Da questo periodo il processo creativo di Costa si prolunga nel tempoː egli inizia opere che conclude molto tempo dopo, tempo necessario per far maturare i contenuti di una sua ricerca idealistica della perfezione. Da questa tendenza, in definitiva spirituale, nasce la sua opera più nota, la Ninfa nel bosco, iniziata nel 1863 e terminata venti anni dopo; in essa si riassume così un percorso interiore che conduce alla pittura simbolista. Nel 1859 torna a combattere per l'indipendenza italiana, arruolandosi nel Regio Esercito piemontese.
Alla fine dello stesso anno torna Firenze, divenuta punto di ritrovo di molti patrioti, dopo l'abbandono di Napoleone III, nell'intenzione di procedere con la politica delle annessioni spontanee all'unificazione della penisola. Firenze è anche centro d'arte e qui Costa svolge un ruolo significativo nel circolo del Caffè Michelangelo. Influenza soprattutto Giovanni Fattori e convince i giovani Macchiaioli ad abbandonare i soggetti storici e a dedicarsi alla pittura dal vero, nonché ad introdurre l'innovativo formato accentuatamente longitudinale.

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