Anno di nascita: 1200
Anno di morte: 1259
Biografia:
Matteo Paris, in inglese Matthew Paris, detto anche Matteo da Parigi (1200 – 1259), fu un monaco benedettino inglese, cronista della storia inglese. Fu anche un miniaturista e cartografo e risiedette presso l'Abbazia di St Albans, nell'Hertfordshire.
Scrisse numerose opere, in gran parte storiche, che illustrò egli stesso con miniature, in parte colorate con colori ad acqua. Alcune furono scritte in latino, altre in lingua anglo-normanna, altre ancora in francese medievale.
Secondo alcuni storici nacque a Hildersham, villaggio circa 12 km a sud di Cambridge . Dopo una educazione iniziale alla Scuola della Abbazia di St Albans nello Hertfordshire, vista la sua buona conoscenza della lingua francese, potrebbe aver studiato a Parigi in gioventù.
Sappiamo dai suoi scritti che fu ammesso come monaco presso l'Abbazia di St Albans il 21 gennaio 1217 . La sua vita fu spesa prevalentemente presso questa abbazia, dove morì.
Nel 1248 fu inviato in Norvegia come latore di un messaggio di Luigi IX, re di Francia al re di Norvegia Haakon IV. L'impressione che egli fece sul re scandinavo fu così buona che poco dopo fu invitato a sovrintendere alla riforma del monastero benedettino di Nidarholm, vicino a Trondheim.
A parte questo incarico, le attività conosciute furono dedicate alla redazione storica, un obiettivo per il quale i monaci di Sant'Albano erano da lungo tempo famosi. Nel 1236 egli ereditò da Ruggero di Wendover, la veste di cronista ufficiale dell'Abbazia. Matteo revisionò i lavori di Ruggero e quelli di Giovanni de Cella, aggiungendo nuovo materiale per salvaguardare il proprio ruolo, e questa Chronica Majora è un'importante fonte storica documentale, specialmente per quanto riguarda il periodo dal 1235 al 1259. Altrettanto importanti sono le illustrazioni che Paris ha inserito in questa opera.
Recenti studi, in particolare quelli di Nigel Morgan, fanno pensare che l'influenza di Paris sugli altri artisti dell'epoca sia stata esagerata, principalmente a causa del fatto che si conosce molto più di lui che degli altri, la maggior parte dei quali è rimasta anonima. Molti manoscritti paiono prodotti da artisti laici in quel periodo, sebbene Guglielmo de Brailes sia raffigurato con la tonsura, ma egli fu anche sposato, il che induce a credere che appartenesse solo ai gradi minori di un Ordine. I manoscritti di Paris mostrano pochi segni di collaborazione, ma gli storici dell'arte individuano una scuola di Sant'Albano che è sopravvissuta alla morte di Paris e da questo influenzata.In alcuni manoscritti una miniature inquadrata occupa la metà superiore della pagina. Disegni colorati avevano uno stile definito ben prima di Paris e divennero particolarmente popolari nella prima metà del XIII secolo: essi erano sicuramente molto meno cari e di più rapida esecuzione di quelli interamente dipinti.Lo stile di Paris fa pensare che si sia formato con lavori eseguiti intorno al 1200, che rimasero in una certa misura fuori moda per aver conservato la rotondità delle sue figure, anziché adottare la sottile angolosità della maggior parte di questi artisti contemporanei, specialmente di quelli londinesi. Le sue composizioni evidenziano una grande inventiva: la sua posizione di monaco ben introdotto può avergli dato più familiarità nel creare nuove composizioni laddove un artista laico avrebbe preferito attenersi a formule più tradizionali. Questo può anche essere il segno di una certa mancanza di buona formazione nell'arte dell'epoca. I suoi colori preferiti sono il verde ed il blu ed insieme al suo caratteristico posizionamento del dipinto nella metà pagina superiore, ne costituiscono un relativo elemento di distinzione.
Dal 1235, il momento in cui Wendover lasciò la sua penna, Paris continuò la storia con l'impostazione che aveva seguito il suo predecessore. Egli traeva molte delle sue informazioni dalle lettere di persone importanti che egli di tanto in tanto inseriva ma molto di più da conversazioni con occhi di testimone degli eventi. Tra i suoi informatori ci furono Riccardo, conte di Cornovaglia e lo stesso re Enrico III, con il quale egli risulta avere rapporti di stretta amicizia.Il re sapeva che Paris stava scrivendo storia e voleva che egli fosse il più preciso possibile.Paris afferma che nel 1257, nel corso di una sua visita all'Abbazia di Sant'Albano durata una settimana, il re lo volle accanto a lui giorno e notte ed «… egli guidò la mia penna con molta buona volontà e diligenza.»È quindi piuttosto curioso che la Chronica majora dia un giudizio così sfavorevole sulla politica di Enrico III. Henry Richards Luard avanza l'ipotesi che Paris non intendesse affatto che la sua opera vedesse la luce nella sua attuale forma e molti passaggi del testo autografo presentano contro di lui le note offendiculum, il che mostra come l'autore avesse compreso il rischio che correva. D'altro canto durante la vita di Paris uscirono delle copie non emendate dell'opera. Sebbene i passaggi offensivi siano stati omessi o addolciti nella edizione ridotta della sua opera più lunga, la Historia Anglorum (scritta verso il 1253), i reali sentimenti dell'autore dovevano essere stati un segreto pubblico. In ogni caso non ci sono basi su cui fondare la vecchia teoria che egli fosse uno storico ufficiale.
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