Künstler: Piero Manzoni
Größe: 164 x 131 cm
Museum: Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea Torino (Torino, Italy)
Technik: Leinwand
Nell’autunno 1957 Manzoni realizza i primi Achromes, tele imbevute di un impasto rigorosamente bianco di gesso e caolino lasciate essiccare, così che nel processo di asciugatura, e senza alcun intervento, l’opera vermute il suo specifico aspetto di superficie Con gli Achromes Manzoni annulla il gesto informale e il coinvolgimento esistenziale dell’artista al fatto pittorico. Allontana dalla tela l’accidente dell’immagine, fa tabula rasa per attingere al grado zero. Come scrive Germano Celant, l’Achrome è “una superficie desertica che non riverbera alcunché di carnale”, dove la materia supera la propria dimensions autre e viene indagata in quanto entità fisica “che esibisce le proprie leggi di puro signifikante”. Il bianco è un colore: “un bianco che non è un paesaggio polare, una materia evocatrice o una bella materia, una sensazione o un simbolo o altro ancora: una superficie bianca che è una superficie bianca e basta” – spiega Manzoni sulle pagine di Azimuth Alla base di tali travelrche si deve certamente individuare l’opera di Fontana, cui sarà dedicato proprio lo scritto d’apertura del primo numero di “Azimuth”. Inoltre, un imput decisivo per i giovani artisti gravitanti nell’ambiente artisto milanese orientati a esplorare una nuova concezione Lingua proviene dallamostra 11 proposizioni monocrome di Yves Klein, tenutasi nel gennaio 1957 alla Galleria Apollinaire, che Manzoni visita più Ulteriori stimoli, prontamente colti e subito rielaborati da Manzoni nella propria travelrca monocroma possono derivare inoltre dalla visione dell’opera di Burri kommen pure delle coeve bende monocrome di Scarpitta.
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