Luogo di nascita: Brescia
Anno di nascita: 1914
Anno di morte: 1990
Biografia:
«È di estrema importanza che io racconti la mia vita, come è nata la mia avventura artistica e come si è sviluppata. Anche perché i miei biografi sarebbero poi costretti a ricostruire la mia storia con ricerche laboriose, lunghe, certamente imperfette e incomplete»
Guglielmo Achille Cavellini, noto anche come GAC e Vita di un genio (1989).
Guglielmo Achille Cavellini nasce a Brescia l'11 settembre 1914. I genitori sono toscani, provengono infatti da due paesini sopra Pontremoli, nella Lunigiana. Dopo il matrimonio e la nascita della figlia Adele (1900), si spostano in Svizzera dove il padre lavora come muratore, in seguito avvia un'attività di venditore ambulante in Lombardia. Vivono per qualche tempo ad Arona, sul Lago Maggiore, dove nel 1911 nasce il secondo figlio Mario. Infine decidono di spostarsi a Brescia dove aprono una bottega, il Bazar 33, in via Mercanzie 45. Nel 1918 Adele muore a causa dell'influenza spagnola. Cavellini frequenta per nove anni il collegio Cesare Arici dei Gesuiti. A 16 anni è ammesso all'istituto tecnico, ma è costretto a interrompere gli studi per aiutare i genitori nel negozio. Già durante l'infanzia disegna e dipinge, soprattutto paesaggi. A 22 anni conosce Lisetta, la sua prima fidanzata e futura moglie. A 25 anni incontra a Cortina d'Ampezzo il pittore Domenico Mucci, di cui diviene amico e che gli dà lezioni di disegno.
Nel 1941 parte per la guerra, è destinato a un gruppo di artiglieria antiaerea a Bergamo. L'11 agosto 1941 si sposa con Lisetta, in seguito è congedato dall'esercito a causa di un'ulcera gastrica. Il 10 settembre 1942 nasce la figlia Mariella, in seguito Cavellini riprende il servizio militare. Tra il 1945 e il 1948 disegna e dipinge intensamente. Nello stesso periodo visita la collezione Feroldi, raccolta molto ricca che include Nudo sdraiato di Amedeo Modigliani, Le muse inquietanti di Giorgio de Chirico e opere di Giorgio Morandi, Henri Rousseau, André Derain, Alfred Sisley e Paul Cézanne. Nello stesso periodo visita Venezia, di cui dipinge i paesaggi, e Burano, dove incontra il pittore Filippo de Pisis. Alle Procuratie Nuove incontra anche l'artista Emilio Vedova, davanti alla Tempesta di Giorgione. Vedova gli propone di organizzare una mostra a casa sua a Brescia, coinvolgendo anche il pittore Giuseppe Santomaso e i critici d'arte Giuseppe Marchiori e Marco Valsecchi.
Il successo della mostra fa sì che numerosi giovani artisti contattino Cavellini per proporgli di esporre le loro opere. In particolare Cavellini stringe amicizia con Renato Birolli e acquista subito gli 86 disegni della Resistenza e il quadro La donna e la luna. Nel dicembre dello stesso anno Birolli e Ennio Morlotti partono per Parigi grazie a una borsa di studio del governo francese. Nel giugno del 1947 Cavellini li raggiunge a Parigi con la moglie, e qui visita i principali musei (il Louvre, il Petit Palais, il Jeu de Paume), le gallerie d'arte e inoltre gli studi degli artisti Gino Severini, Óscar Domínguez, Édouard Pignon ed Henry Adam. Il confronto con i grandi artisti del passato e del presente lo avvilisce e lo convince ad abbandonare la pittura per dedicarsi a tempo pieno all'attività commerciale e al collezionismo.
«Quando ci si trova nelle sale della collezione Cavellini si subisce il fascino della nuova pittura, forse più che in qualunque altro luogo. Non si ha più voglia di discutere e di provare la validità dell'astratto integrale o dell'astratto-concreto. La prova non è più nelle idee ma nelle opere che vi stanno davanti agli occhi. I dubbi scompaiono; e si inizia il colloquio con le opere e i loro autori, un colloquio spontaneo fra compagni, tra amici, e che è incoraggiante, perché le voci che escono da quelle opere sono del nostro tempo, ora chiare e forti, ora tormentate ed esitanti, ma tutte vicine alla nostra vita.»
Nello stesso anno acquista due quadri di Renato Guttuso e nel marzo 1948 si reca a Roma perché un suo quadro è esposto presso la Rassegna nazionale di arti figurative promossa dalla Quadriennale di Roma nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna a Valle Giulia. Qui incontra Guttuso, di cui diventa amico, e il critico e storico dell'arte Lionello Venturi che è da poco rientrato in Italia dopo l'esilio durante il Fascismo. Venturi riconosce il valore del lavoro di collezionista di Cavellini e nel 1953 pubblica un articolo in proposito su La Stampa. In seguito a questa improvvisa notorietà il padre e il fratello Mario, presidente dei commercianti della provincia di Brescia, gli chiedono di rinunciare alle frequentazioni con gli amici artisti in quanto preoccupati che si tratti di comunisti.
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