Jules Cheret

Jules Cheret

Luogo di nascita: Paris

Anno di nascita: 1836

Anno di morte: 1932

Biografia:

Jules Chéret è stato un pubblicitario e pittore francese.
È il padre del manifesto moderno. Nell'arco della sua carriera arrivò a realizzare oltre un migliaio di cartelloni pubblicitari. I soggetti femminili furono tra i suoi prediletti e impiegò con particolare abilità la tecnica della litografia.
Jules Chéret fu un grande estimatore di Giambattista Tiepolo, Antoine Watteau e William Turner.
I suoi manifesti sono caratterizzati da un linguaggio essenziale e il suo stile è riconducibile alle ricerche artistiche più avanzate di fine Ottocento, tra Postimpressionismo e Art Nouveau.
Chéret è considerato il padre del manifesto moderno per vari motivi:
Tra le sue opere più celebri: Papier e cigarettes Job (1899), La Loïe Fuller (1893), Saxoléine (1895), Lidia (1895), Palais de glace Champs-Elysées (1894), e i primi manifesti del Moulin Rouge (1889).
Figlio di un tipografo, Chéret impara l'arte della stampa a partire dall'età di tredici anni. Tra il 1849 e il 1852 è apprendista presso un produttore di litografie: il suo lavoro consiste sostanzialmente nello scrivere al contrario sulla pietra per poter poi stampare volantini, partecipazioni, biglietti da visita e piccoli manifesti. Un lavoro piuttosto meccanico che alterna però con lo studio dei capolavori del Louvre nel tempo libero.
Nel 1853 si iscrive all'École National de Dessin e frequenta la classe di Horace Lecoq de Boisbaudran. Da Lecoq apprende l'arte di disegnare a memoria, e cioè sfruttando le immagini rievocate mentalmente di oggetti precedentemente analizzati dal vero. Approfondisce lo studio delle figure in movimento. Acquisisce l'abitudine a disegnare sempre e comunque, ogni giorno, esercizio questo che porterà avanti per tutta la vita. Trasfigurazione, movimento e morbidezza del tratto saranno poi caratteristiche peculiari dell'opera di Chéret. E la distorsione dei corpi in molte delle sue opere sarà ardita a tal punto che i suoi detrattori lo accuseranno di non conoscere l'anatomia.
Nel 1854 decide di partire per Londra in cerca di fortuna, ma riesce solo a disegnare un catalogo illustrato di mobili per la Maple Forniture Company, e sei mesi più tardi è già di ritorno a Parigi.
Nel 1858 realizza il suo primo lavoro importante: il musicista Jacques Offenbach gli commissiona il manifesto per la sua operetta Orphée aux Enfers. Quella che sembrerebbe una svolta in realtà non ha seguito, e Chéret decide di ritentare con l'Inghilterra. Nuovamente a Londra conosce una famiglia di clown. Ed è proprio grazie a questa amicizia che l'artista parigino si appassiona al teatro, alla finzione scenica e ai travestimenti. I costumi teatrali rimarranno poi tra gli oggetti tipici del suo atelier, che farà indossare a modelle e ad amici prima di essere ritratti. Ma anche Pierrot, Arlecchini e Colombine, protagonisti di molti dei suoi manifesti, sono da ricondurre a questa passione maturata durante la stagione londinese.
Entrato nell'ambiente dei teatranti riesce quindi a realizzare piccole affiches per il circo, il music-hall e l'opera lirica. Alcune di queste vengono notate e apprezzate da un farmacista del posto che decide di commissionargli le illustrazioni per una sua biografia dedicata al celebre profumiere francese Eugène Rimmel. Grazie a questo lavoro Chéret riesce a conoscere Rimmel in persona e a farci amicizia. Eugène Rimmel rappresenterà poi una figura chiave nella vita di Chéret. Grazie a Rimmel potrà realizzare molte delle etichette dei prodotti della House of Rimmel, e si appassionerà ai fiori (l'elemento floreale si ritroverà spesso nella sua successiva produzione artistica, e quindi non solo perché erano gli anni del Liberty).Grazie a Rimmel potrà viaggiare, al suo seguito, e visitare la Tunisia, Malta e soprattutto l'Italia, luogo questo dove maturerà l'amore per il Correggio ma ancor di più per il Tiepolo.Ed è ancora grazie a Rimmel che Chéret potrà aprire la sua stamperia, di ritorno a Parigi, nel 1866.
Il primo manifesto a uscire dalla sua nuova stamperia di rue Sainte Marie è Biche au Bois, seguito a breve distanza dal Bal Valentino. Già in questi primissimi lavori del 1866, sebbene cromaticamente tenui rispetto alla produzione successiva, si riassume l'eclettismo culturale di Chéret accumulato negli anni precedenti e che maturerà poi negli anni successivi.
Particolarmente emblematico è il manifesto per un'operetta di Offenbach (La Vie Parisienne): dalla struttura complessa, con molte figure disposte su più piani, Chéret organizza varie scenette che rappresentano altrettanti momenti dell'opera musicale. Se da un lato il manifesto ricorda a tratti le illustrazioni dei libri per bambini o la satira inglese dell'epoca, dall'altro presenta però molte di quelle che rimarranno componenti caratterizzanti i lavori di Chéret:il turbinio dei ballerini, i sorrisi ghignanti dei soggetti maschili, la bellezza e la leggiadria dei soggetti femminili, gli gnomi barbuti e i bimbi travestiti,ma più in generale la presenza di "figure chiave", cioè elementi simbolicamente rappresentativi, che andranno poi a delinearsi e ad acquistare sempre più importanza nelle opere successive.

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