Artista: Adel Abdessemed
Data: 2013
Formato: 155 x 132 cm
Museo: 15th Istanbul Biennial (Istanbul, Türkiye)
Temi: Avorio
L’opera di Adel Abdessemed Cri (2013) unisce la storia materiale e la tragedia umana sotto forma di una scultura in disordine e di libertà. La statuetta a grandezza naturale raffigura una ragazza nuda, bilanciandosi su un piede. La sua posizione è delicata e inespressibilmente triste. Con le sue braccia sollevate a mezz'aria, e una gamba piegata, gli occhi del bambino sono chiusi, e la sua bocca spalanca aperta in un grido silenzioso. La brutale solitudine e il dolore di questo soggetto umano è rafforzato dall'uso di un singolo materiale, con un colore bianco fuori, che dà un'ulteriore impressione dell'alienazione del bambino, di essere spogliato nudo. Anche se Cri rivela poco per mezzo di riferimenti espliciti, ha uno strato aggiuntivo, dal momento che si adatta una ben nota fotografia nera e bianca, presa dal fotoreporter Nick Ut nel 1972, come le truppe vietnamite del Nord bombardarono il Vietnam del Sud. Nella fotografia di origine originale, quattro bambini piccoli – tra loro, la giovane ragazza raffigurata in Cri – possono essere visti correre lungo la strada verso la telecamera, urlando come pioggia di napalm giù su di loro. Quando viene decontestualizzato da Abdessemed, la figura appare alienata e infestata in modo diverso, come se congelata nel tempo. Il lavoro vasetti nella sua combinazione del poise di un butoh o danzatore e una semplicità di forma, con un'invocazione di puro, ghastly terror. Dopo una più stretta ispezione, la superficie della scultura rivela piccole creste, e un ulteriore livello di storia materiale, dal momento che il lavoro è fatto di avorio. Così, nella sua forma scultorea, nell'immagine fotografica che si adatta, e nel suo materiale, l'opera parla alla perdita di casa, comfort, dignità e vita, e evoca la tragica mancanza di sofferenza e di violenza.
Artista |
|
---|---|
Download |