Giants and pigmies (La città sorge) (Studio per la città sorge) – (Boccioni) Precedente Successivo


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Formato: 2 x 46 cm

Museo: Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea Torino (Torino, Italy)

Temi: Disegno

Il 1910 segna nella vera vita di Boccioni un spartiacque. Da tre anni abita a Milano, dopo aver frequentato lo studio romano di Giacomo Balla e ho trascorso un lungo periodo a Parigi; quindi un viaggio in Russia e il rientro in patria, dapprima a Padova. Nel capoluogo lombardo viene introdotto nel salotto di Filippo Tommaso Marinetti, già presentio abituale degli amici Carrà e Russolo, oltrechè di Bonzagni e Romani, ovvero il primo nucleo di artisti che ferma il Manifesto dei futuri pittoristi dell’11 febbraio 1910. Nello stesso anno inizia ad attendere a quello che diviene la dichiarazione pittorica della sua svolta futurista, La città sale, titolo e redazione definitiva arrivati al termine di una lunga e tortuosa gestazione, scandita da ripensamenti, doppia e ansie testimoniati dai molteplici studi e dalle oscillazioni del titolo: dal primissimo Gli uomini, a Giganti e Pigmei, fino a Il lavoro. Questo foglio è uno degli studi preliminari per seda’opera di grandi dimensioni che avrebbero dovuto rappresentare il mito del dinamismo e dell’energia pulsante della modernità, con i pigmei che alludono agli operai mentre i giganti sarebbero i cavalli, scambiato a un tempo di energia e forza belluina, tanto utilizzato in un tempo in cui i mezzi a motore erano ancora alla fase sperimentale. Il bozzetto presenta un’impaginazione tripartita, addebitrice verso un’usanza diffusa nella pittura divisionista (basti pensare ai trittici Segantiniani, La Natura, la Vita, la Morte, quelli dedicati a Villa Borghese da Balla o al Trittico del Giorno dell’amato Previati, o a quello boccioniano degli Stati d’animo dell’anno naturalistico successivo), e infine accantonata, rappresenta ai La scena centrale, ambientata in una periferia-cantiere in tumultuosa evoluzione, manca ancora, rispetto al dipinto realizzato, di quella tensione vorticosa causata dall’improvviso imbizzarrimento del grande cavallo rosso, quasi un presagio della puledra - da lui chiamato Vermiglia - che nel 1916 disarcionerà Boccioni causandone la prematura scomparsa.

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