Venere con Cherubini – (Carlo Cignani) Precedente Successivo


Artista:

Formato: 185 x 130 cm

Museo: Fondazione Cariplo (Milan, Italy)

Temi: Olio Su Tela

In Storia pittorica della Italia Luigi Lanzi aveva indicato in Carlo Cignani il creatore di un profondo rinnovamento della pittura a Bologna, capace di rilanciarla a fama a livello europeo. Un grande successo internazionale che ha coinvolto, insieme a un repertorio di dipinti religiosi e dipinti allegorici più impegnativi e ambiziosi, una cospicua produzione di “pitture a camera” con figure femminili delicate e sensuali: Danae, Flora e Venere, tra cui alcune versioni perdute, ma citate da fonti antiche, nella collezione viennese dei Conti Schönborn-Buchheimschen, nella residenza Davia a Bologna, a Palazzo Ugolini a Pesaro. In una prima ipotesi critica il lavoro in esame ed è stato riferito al periodo tra il 1662 e il 1665, coincidente con il soggiorno romano dell'artista, che è venuto al Campidoglio con l'entourage del cardinale Farnese. Beatrice Buscaroli ha recentemente proposto una datazione vicina al 1685, ponendo sia questo dipinto, sia una seconda versione della stessa - solo leggermente più piccola, attualmente conservata in una collezione privata - al momento dell'Autoritratto dell'artista per Cosimo III di Toscana, destinata alla Galleria degli Uffizi. Nel 1686 un “Veno con cherubini che erano solo leggermente meno che reali” di Carlo Cignani fu indicato come essere alla sua Altezza Reale della Toscana nel manoscritto Muto Accademico Concorde di Ravenna e Acceso di Bologna. Un'opera dell'artista con lo stesso soggetto è stata menzionata in un inventario del 1698 di Palazzo Pitti e, successivamente, in quella della collezione del 1713 del Gran Principe Ferdinando. Il dipinto fu riprodotto in incisione intorno al 1730 da Giovanni Antonio Lorenzini e la stampa fu inserita nel volume dedicato alle collezioni dei Grand-Dukes. Come suggerisce Buscaroli, il dipinto per Cosimo III, disperso in circostanze sconosciute, può essere plausibilmente riconosciuto a Venere con Cherubi in una collezione privata che, per la sua straordinaria qualità pittorica, può essere considerato tra i capolavori dell'artista. Anche il lavoro in considerazione, tuttavia, è certamente dalla sua mano, data la morbidezza dei passaggi chiaroscuro, accuratamente studiati dalla vita nel disegno conservato nel Muzeum Narodowe di Varsavia, per il paesaggio misterioso con case e boschi che si alzano in lontananza e, infine, per lo scenografia studiata con Venere che spinge via la tenda da se stessa, rivelando la sua superba bellezza.

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