Artista: Charles Willson Peale
Data: 1785
Formato: 68 x 91 cm
Temi: Olio Su Tela
Charles Willson Peale ha dipinto un certo numero di autoritratti durante tutta la sua carriera, ma questo lavoro è uno dei più complessi e rivelando le dichiarazioni dell'artista sulla sua arte e il suo stretto rapporto con tra tali questioni come la domesticità familiare, l'impresa familiare, e il ruolo educativo della scienza e dell'arte. Seduto in una poltrona Windsor-back, l'artista gira leggermente e dirige lo sguardo verso lo spettatore. Si inclina la sua tavolozza verso lo spettatore, e con la mano destra immerge il pennello nella vernice che appare sulla tavolozza. Senza realmente afferrare il pennello, la figlia Angelica Kauffmann Peale (1775–1853) appare giocosamente guidarlo con una mano, come la sua altra mano punta verso il cielo, come se stesse giocando la musa allegorica della pittura. A sinistra dell’artista, Rachel Brewer Peale (1744–1790), la moglie dell’artista, si affaccia sulla tela dipinta con un’espressione di vita come quella dell’artista e della figlia. In altre parole, Peale sembra implorare lo spettatore di considerare questioni di illusione e di realtà, e la magica capacità dell'artista di trasformare il semplice pigmento (come suggerito dai blobs di vernice rivelati allo spettatore sulla tavolozza, accuratamente giustapposti con la tela dipinta) in vita (come rivelato dal ritratto vibrantemente vivo della sua moglie sul cavalletto). Tali indagini sulla pittura come più di un'impresa mimetica sono caratteristiche delle opere più sofisticate dell'artista.
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