Bending Over Backwards for Justice and Peace (sinistra) e The Green Mirror (destra) – (Chris Ofili) Precedente Successivo


Artista:

Data: 2015

Museo: la Biennale di Venezia (Venice, Italy)

Temi: Carbone

Chris OfiliBorn a Manchester nel 1968. Vive e lavora a Trinidad. Chris Ofili è una di una generazione innovativa di artisti noti come YBAs (Young British Artists) che emerse a Londra negli anni '90. Il lavoro di Ofili integra i riferimenti pop e l’estetica diasporica, ed è caratterizzato da una manipolazione virtuosa del mezzo di pittura e dal suo uso frequente di un materiale piuttosto inaspettato: l’elefante si immerge. Ofili scoprì il materiale in un viaggio formativo in Zimbabwe nel 1992, dove trovò anche ispirazione nei progetti astratti punteggiati creati dai pittori sassi. Nel suo lavoro più famigerato e controverso, La Vergine Maria (1996), per esempio, uno sfondo scintillante di vernice d'oro e collagene frammenti pornografici circonda la Vergine, che viene presentata come una donna nera fecondo; fissa occhi larghi verso il suo beholder mentre il suo abito blu scorrevoli si apre per rivelare una palla laccata di elefante si è immersa al posto del suo seno. Gli spettatori che possono guardare oltre lo shock dell'uso creativo di Ofili di escrementi di animali sono premiati con un abbagliante risveglio del suo mezzo scelto. Le sue superfici decorate, composizioni psichedeliche, e la sofisticata presa della teoria del colore completano una gamma di soggetti e motivi figurativi. Accanto alla sua appropriazione giocosa e ironica dell'arte africana e dell'estetica hip-hop, molte delle sue opere rendono omaggio alle icone nere internazionali, tra cui le somiglianze di James Brown, Miles Davis, Muhammad Ali e Nelson Mandela che sono emblazoned attraverso la sua serie Afrodizzia. Temi politici contemporanei si manifestano anche in opere così sobrie come No Woman No Cry (1998), che rende omaggio all'adolescente londinese Stephen Lawrence, che è stato assassinato in un atto di violenza razzista nel 1993, e alla madre di Stephen, Doreen Lawrence, che ha subito lobbiato per un'indagine sulla sua fallita indagine di omicidio. Più recentemente, il lavoro di Ofili ha cominciato a impegnarsi con la storia della pittura occidentale attraverso allusioni al lavoro di Henri Matisse, Paul Gauguin, e Mark Rothko. La sua serie commissionata per la National Gallery e il Royal Opera House di Londra incorpora motivi ispirati alle Metamorfose di Ovid, mettendo da parte le linee tratteggiate e la modellazione dinamica del suo lavoro precedente a favore di grandi lavaggi di tonalità color gioiello che si chiudono in composizioni piane e illustrative. Una serie di nuovi dipinti di Ofili è in mostra alla Biennale di Venezia.

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