Artista: Clarkson Stanfield
Data: 1830
Formato: 153 x 244 cm
Museo: National Gallery of Victoria (Melbourne, Australia)
Temi: Olio Su Tela
Dopo otto anni di servizio in mare, Clarkson Stanfield cercò un lavoro alternativo lavorando come pittore di paesaggi per il London Theatre Royal, Drury Lane. La sua carriera nel teatro doveva essere sia lunga che di grande successo, coinvolgendo circa 170 produzioni, per le quali dipinse più di 550 decorazioni. Dal 1820, Stanfield esibiva regolarmente anche dipinti di cavalletto dei soggetti marini che conosceva così bene dal suo passato come marinaio. Nel 1830 Mount St Michael, Cornovaglia fu mostrata alla Royal Academy di Londra, dove questa rappresentazione di un famoso punto di riferimento inglese divenne il primo dei dipinti di Stanfield ad attirare un'attenzione significativa. Il Gentleman’s Magazine ha notato al momento che l’opera è stata “eseguita con l’effetto selvaggiamente romantico per cui questo artista è così distinto” – un commento valido, dato l’inclusione di Stanfield di una narrativa naufragata come punto focale della sua tela monumentale. Questo maestoso dipinto ha segnato un punto di svolta nella carriera dell'artista. Guglielmo IV fu così impressionato dall’imponente presenza dell’immagine alla Royal Academy che commissionò due nuovi dipinti di Stanfield. A sua volta, il Royal Favor gli ha portato il successo nel mondo della mostra, portando a decine di altre importanti commissioni delle figure della società londinese. Di conseguenza, Stanfield fu in grado di dimettersi dal Drury Lane Theatre alla fine del 1834, dopo circa dodici anni di servizio – a quel punto fu subito fatto un accademico reale – e di concentrarsi più pienamente sulla pittura di cavalletto. I princìpi che avevano reso l’opera teatrale dell’artista un successo così impressionante – il realismo accresciuto e l’illuminazione drammatica – si riversarono naturalmente nei suoi dipinti ad olio. Ai suoi tempi, Stanfield era, nel campo della pittura marina, un vero rivale di J. M. W. Turner. Come scrisse il noto critico John Ruskin nel 1843, nel primo volume dei suoi pittori moderni: «Una sola opera di Stanfield ci presenta con tanto concentrata conoscenza del mare e del cielo, come, diluito, avrebbe durato uno dei vecchi maestri la sua vita».Testo del Dr Ted Gott di pittura e scultura del XIX secolo nelle collezioni internazionali della National Gallery of Victoria, National Gallery of Victoria, Melbourne, 2003, p. 15.
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