Artista: George Scaria
Museo: Kochi-Muziris Biennale (Kochi, India)
Temi: Acciaio
Gigi Scaria’s Chronicle of the Shores Foretold (2014) è un’installazione scultorea basata sulle prestazioni che riunisce più storie e mitologie del lavoro, della religione e del commercio marittimo che si intrecciano sulla costa che si trova. L'installazione è composta da una grande campana trainata da pali di bambù, che è stata trasformata in una fontana che sputa l'acqua dalle acque posteriori nelle vicinanze. La campana è stata sollevata al suo posto in una performance da un gruppo di ‘Mappila Khalasis’ – lavoratori tradizionali di banchina dell’antica città portuale di Beypore situata a 180 chilometri a nord di Kochi. Khalasis sono portatori di tecniche tradizionali di portamento di carico che una volta erano utilizzati per lanciare navi mercantili arabe che attraccavano a Beypore, storicamente un punto nodale per scambi marittimi tra le regioni Malabar e Arabe. Scaria in questo lavoro orchestra un confronto tra diversi episodi sovrapposti dalla storia di Malabar, come l'arrivo di non solo commercianti, ma influenze culturali trasformative come l'Islam e il cristianesimo alle sue sponde attraverso il mare. La maggior parte delle regioni costiere del Kerala hanno folclori che circondano campane che puntano alle origini coloniali delle divinità cristiane locali; spesso riferendosi ad una nave europea che porta una grande campana per una chiesa ma affondata al largo della costa a causa del peso della campana. Si ritiene che ogni anno, durante il festival della chiesa, la campana emerga dall'acqua e dai pedaggi di per sé; questo suonare come un potente gesto uditivo risvegliando i ricordi culturali dormienti della comunità. La campana di per sé è un simbolo universalmente riconosciuto del tempo e della mortalità. Secondo Scaria, mettendo i buchi in esso e lasciando scorrere l'acqua, è simbolicamente puntuale tempo.
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