Vasca da bagno al sole (Ariadne Abbandonato) – (Giorgio De Chirico) Precedente Successivo


Artista:

Formato: 138 x 76 cm

Museo: Galleria Civica di Arte Moderna e Contemporanea Torino (Torino, Italy)

Temi: Olio Su Tela

L’iconografia sensuale e mediterranea di The Sunbather, intorno al 1930, rappresenta un significativo passo avanti nella lunga e produttiva carriera artistica di Giorgio de Chirico. L’opera è apparsa nella mostra personale dell’artista a Milano nel 1931, con il titolo L'abbandono di Arianna, un'eco chiara del suo amore indifferente per il mondo classico. Venne subito acquistata nel 1933 dalla Galleria Il Faro di Torino, dove l'artista esponeva molti nudi dipinti in quegli anni. Nelle caratteristiche di Arianna si possono forse riconoscere quelle della seconda moglie di de Chirico, Isabella Far, che modellava per alcuni dei suoi dipinti in quegli anni. Giorgio de Chirico nacque da una famiglia italiana a Volos, in Grecia, dove iniziò la sua educazione artistica. Nel 1906, insieme al fratello minore, anche artista, conosciuto dallo pseudonimo Alberto Savinio, e sua madre, si trasferì a Monaco. Qui ha frequentato l'Accademia di Belle Arti, dove è rimasto affascinato dalle opere mitologiche di Böcklin e Klinger. Dopo un breve soggiorno in Italia, si trasferì a Parigi nel 1911, via Torino, città che lo colpì per la rigida monumentalità dei suoi edifici nella calda luce estiva, la cui memoria conservava nei suoi primi quadri metafisici. Cominciò a esporre nel 1912 al Salon d’Automne di Parigi; dopo essersi arruolato, fu mandato a Ferrara, un’altra città simbolica della sua prima fase metafisica, dove incontrò Filippo de Pisis e Carlo Carrà. Lì iniziò il suo periodo di “pittura metafisica”, consistente nell’esporre il lato più profondo e insolito di oggetti, monumenti e figure combinate per creare relazioni sorprendenti. Dopo la guerra, si stabilì a Roma, dove collaborò con la rivista Valori Plastici e propose un ritorno all'artigianato e alla pittura antica. Durante il suo soggiorno a Parigi, dal 1925 al 1931, dove entrò in contatto con i surrealisti, sviluppò i temi tipici del suo lavoro successivo: manichini, trofei, reperti archeologici, cavalli su una spiaggia, mobili in una valle e paesaggi in una stanza, in una direzione in parte condivisa con suo fratello. Nei primi anni trenta, de Chirico si trasferì dal genere “fantasia”, come lo definiva lui stesso, presentando nel 1931 nudi e ancora una vita in stile realista e tornando a sperimentare la natura e il museo (Fagiolo dell’Arco, 1995, p. 65). Questo è il contesto della sua riscoperta del “Bourgeois Naturalism” di Auguste Renoir, apprezzato dal 1920, anno in cui de Chirico aveva dedicato una lunga intervista critica al maestro francese nelle pagine della rivista “Il Convegno”. Riassumendo se stesso con il primo stile di Renoir, de Chirico rivisitò i suoi soggetti (compreso i titoli) di donne balneari di proporzioni ampie e sensuali con un materiale pittorico morbido e colori soffusi, senza rinunciare agli emblemi visionari del suo lavoro precedente, trovando spazio per resti archeologici, frammenti di colonne e templi giocattolo.

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