Complesso di fabbrica – (Im Heung-Soon) Precedente Successivo


Artista:

Data: 2015

Museo: la Biennale di Venezia (Venice, Italy)

Temi: Suono

Im Heung-soonBorn a Seoul, Corea del Sud, nel 1969. Vive e lavora a Seoul. Attraverso il suo lavoro, Im Heung-soon tenta di ascoltare e simpatizzare con le lotte senza fine di coloro che sono stati abbandonati per il successo economico, sia nei paesi in via di sviluppo e nelle condizioni postbelliche di tali paesi asiatici come Corea del Sud, Vietnam e Cambogia. I suoi lavori precedenti – come il progetto di ricerca urbana Seongnam Project (1998-1999) e i cortometraggi Basement My Love (2000) e Memento (2003) – e il suo impegno a lungo termine nei progetti basati sulla comunità hanno spesso indagato scene di classificazione e questioni riguardanti i lavoratori immigrati industriali, comprese le minoranze sociali, nella rapace società neoliberale della Corea. Il suo film Jeju Prayer (2012) rivisita la rivolta sull'isola di Jeju dall'aprile 1948 al maggio 1949, quando migliaia di cittadini sono stati massacrati in un processo di eradicazione comunista effettuato dall'esercito sudcoreano. Rendere questo film ha sollevato la consapevolezza dell’artista del trauma sperimentato da donne anziane che hanno assistito a quella violenza brutale, la sua macchina fotografica in particolare aggrappandosi al loro forte silenzio. Osservando il rapporto tra la retorica mitica nazionale sul sacrificio delle persone e di coloro che sono stati soppressi, trascurati e impoveriti sotto il dominio autoritario, Im Heung-soon esplora come si ricordano oggi le ferite dei sacrifici dei civili nella storia recente. Alla Biennale di Venezia, Im Heung-soon introdurrà un nuovo documentario full-length, Factory Complex (2014), in cui considera come le donne siano state vittime attraverso le realtà del lavoro in Asia. Il film si apre con una scena di manifestazioni di strada da parte di gruppi di lavoro immigrati a Seoul, poi considera lo sfruttamento del lavoro sudcoreano negli anni '70 e '80, e finisce rivelando un altro momento buio nella storia recente, il fuoco di pistola diretto a donne sottopagate che protestano in una fabbrica di abbigliamento della società coreana in Cambogia. Factory Complex espone il passato ombroso e presente di società coreane globali che voltano le spalle a condizioni di lavoro povere. La storia abbraccia generazioni di madri e figlie, dai paesi in via di sviluppo del passato a quelli del presente. Attraverso interviste a lavoratori coreani femminili dagli anni '70 ad oggi, il film indaga le miserabili condizioni di lavoro di lavoro di lavoro senza fine che incrocia sulla nostra vita sotto la bandiera del neoliberismo, contribuendo solo alla nostra ansia. Nel processo, espone vite sostitutive che non possono migliorare anche attraverso un lavoro infinito, in particolare la vita di donne emarginate in tutte le condizioni di lavoro. Oltre a condurre colloqui solenni e rivelanti con coloro che hanno condotto alcune delle lotte e dimostrazioni più feroci, l'artista giustappone le loro storie con immagini che implicano una realtà difficile, cupa e agonia emotiva che non possono essere espresse in parole. Presentando la prospettiva delle donne che soffrono in questa dura realtà, questo film pone una domanda importante: Che cosa costituisce la vera “crescita sociale” in un’economia in espansione?

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