Artista: Ito Jakuchu
Data: 1770
Formato: 114 x 48 cm
Museo: Kimbell Art Museum (Fort Worth, United States)
Temi: Carta
Questo dipinto affascinante raffigura una madre gibbon che penzola il suo bambino sul braccio mentre si appende da un tenditore sospeso da un albero. Il titolo del dipinto è un riferimento al concetto buddista Zen che persone semplici e animali spesso sbagliano il riflesso della luna per la luna stessa. In questo caso è sia il baby gibbon che la madre che cercano di cogliere il riflesso della luna nell’acqua, anche se non qui fisicamente raffigurato, la sua presenza è compresa. Il soggetto allude anche al dilemma della condizione umana: raggiungiamo per l'irreale (in questo caso la riflessione della luna) invece di cercare una corretta sostanza spirituale. Jakuchu ha imboscato il soggetto sia con umorismo che con affetto—i gibboni possono essere confusi, ma se smettono di cercare la verità, tutto sarà perduto. E anche se la luna non è effettivamente rappresentata, la sua forma rotonda è specchiata nei volti dei gibboni. A partire dal 1760 e per tutto il 1770 Jakuchu passò lunghi periodi di isolamento al tempio Zen di Obaku di Sekihoji, a sud di Kyoto. Questo dipinto corrisponde a quel periodo, quando Jakuchu scelse sempre più di raffigurare soggetti Zen eseguiti in stile inchiostro-monocromo in cui forme basilari e geometriche avrebbero assunto rilievo su qualsiasi approssimazione del realismo.
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