Artista: Jacqueline Leirner
Data: 1993
Formato: 41 x 100 cm
Museo: Culturgest - Fundação Caixa Geral de Depósitos (Lisboa, Portugal)
Temi: Scultura
MISDEMEANOURS Il mondo contemporaneo è un mondo di accumulazioni. Il viaggio, spostandosi nello spazio, è uno dei principali veicoli per l'accumulo (di immagini, ricordi, biglietti da visita, souvenir, oggetti inutili). Jac Leirner è un artista brasiliano che lavora sin dagli anni ottanta sull'irrazionalità dell'accumulo, tenendo mostre in cui l'accumulazione archiviata di oggetti per categorie dà modo a nuovi oggetti scultorei che sembrano essere presi da un'imitazione di opere minime. Alcune opere di Leirner hanno una chiara intenzione critica, sia in relazione al mondo dell’arte che al suo sistema feticizzato della circolazione degli oggetti o in relazione ad un contesto sociale più ampio. Una delle sue opere più famose è Os cem (1987) e consiste in una serie di sculture realizzate con infiniti fasci di 100 note Cruzeiro, al tempo inutile a causa dell'iperinflazione brasiliana. Questa logica della conversione del significato di un oggetto in una serie infinita è presente anche nella serie di opere con il titolo generale Corpus delicti, che comprende l'opera appartenente al Colecção da Caixa Geral de Depósitos. Tutte le sculture sono fatte di oggetti sollevati da aeroplani, come occhiali, sacchetti di airsickness, o, in questo caso, cuscini di volo e coperte. Così, nella frenesia del viaggio, che è la più grande condanna della maggior parte degli artisti contemporanei in un mondo istericamente globalizzato, il leggero equivoco di rubare che queste opere mostrano è quasi una piccola provocazione travestita da scultura. Eppure la sua portata possiede un eco molto più distante, all'alba della condizione contemporanea brasiliana e nelle avanguardie che sono state create in Brasile dalla fine degli anni Cinquanta. È da questa possibilità di un collegamento tra arte e vita, guidato da Hélio Oiticica, Lygia Clark e Lygia Pape, che Leirner fa il suo lavoro, accumulando i resti della vita quotidiana e organizzando un inventario ironico che a differenza dei suoi riferimenti storici sembra essere arte perché prende le sue forme. Delfim Sardo
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