Collage, vita ancora con testa nera – (John Piper) Precedente Successivo


Artista:

Data: 1933

Museo: Te Papa (Wellington, New Zealand)

Temi: Olio Su Tavola

Il mare, che John Piper definì “una potente forza emotiva nell’arte inglese”,1 e i motivi marittimi associati erano un particolare focus per lui durante gli anni trenta. Collage, ancora la vita con testa nera è una delle numerose combinazioni di pittura e collage che ha fatto nel 1933. Essenzialmente sperimentali, queste opere sono state variazioni sul tema di una vista attraverso una finestra di cottage sul mare, e sono stati il risultato di diversi viaggi di pittura che Piper ha fatto alla costa sud inglese durante quell'anno. Collage, ancora la vita con la testa nera mostra Piper esplorando le alternative alla produzione di immagini convenzionali rappresentate dai collage di Braque e Picasso. Piper aveva incontrato Braque intorno al 1927, e ha visto le opere di collage di Picasso a Parigi. Il davanzale ancora vita era un dispositivo compositivo che permetteva un appiattimento dello spazio dell'immagine, e qui il davanzale è così ripidamente inclinato per permettersi solo uno scorcio del mare e del vaporizzatore passante. La superficie dell’immagine è ulteriormente sottolineata da oggetti di vario colore, fantasia o texture ancora-vita, sia dipinti che collage. Un cartiglio di inquadramento di linee incise e ondulate (una tecnica usata da Braque) conferma l’intenzione di Piper di funzionare come oggetto decorativo piuttosto che come finestra sul mondo. Comune a questo gruppo di lavori è l'uso spiritoso di Piper di doilies di carta per rappresentare le tende di merletto che inquadrano la finestra. Qui, una vera doily è stata incollata per introdurre un elemento di realtà letterale, e uno è stato utilizzato anche come stencil per le tende in pizzo verniciato. L'influenza immediata di Piper per questo lavoro è stata Ben Nicholson, che stava anche facendo collage di vita nel 1933, e utilizzando motivi come la carta doily e busto classico. In questo periodo entrambi gli artisti impiegavano uno stile autocoscientemente ingenuo di pittura che semplificava la forma, evitava la modellazione e i pennellate lasciati esposti. Questo stile lirico è stato il marchio di alcuni membri del gruppo espositore progressivo inglese, la Seven and Five Society, che Piper è stato invitato a partecipare in quest'anno. Victoria Robson Questo saggio originariamente apparso inArte a Te Papa(Te Papa Press, 2009). 1. John Piper, ‘Giovani pittori inglesi - II’, The Listener, vol. 29, 29 marzo 1933, p. 492.

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