Artista: Jorge Molder
Data: 1995
Formato: 110 x 110 cm
Museo: Culturgest - Fundação Caixa Geral de Depósitos (Lisboa, Portugal)
Temi: Fotografia
La serie ghiacciata di GHOSTSJorge Molder Inox non deriva il suo nome da qualsiasi allusione al metallo o alla riflessione (anche se questa inferenza potrebbe essere possibile), ma ad una contrazione di Innocent X, il Papa che Velázquez ha rappresentato come fantasticamente temibile, in un dipinto che è stato interpretato da Francis Bacon con una violenza ancora maggiore, se tale fosse possibile. Molder ha anche un fascino per Bacon, così come per l’espressione che il Papa sussurrò quando vide il suo ritratto dipinto da Velázquez: “Troppo vero”. Infatti, questa espressione à ̈ anche usata come titolo per un'altra serie di fotografie di Jorge Molder, TV, in un gioco di significati all'interno di altri significati, in una mise en abîme che à ̈ la sua metodologia abituale. Il metodo creativo di Molder, che comporta l'uso quasi permanente di se stesso come modello per le sue immagini, si trova nella costruzione di narrazioni con contorni diffusi, carico di riferimenti, allusioni, citazioni di altri fotografi (come Paul Outerbridge o Bill Brandt). Nella rete di relazioni invoca una galleria di autori con cui Molder definisce un mondo complesso, a volte quasi gotico: Dostoyevsky, E. T. A. Hoffman, Poe, Kafka, Melville, Perec, Gombrowicz, il cinema di Fritz Lang e una ricorrenza della figura del doppio, il doppelgänger, costruendo un enorme puzzle in cui non si può fare un significato, ma piuttosto una polverizzazione di sentieri che sono infinitamente intrecciati. Quindi questo utilizzo di se stesso non significa che le sue immagini appartengono al campo dell'autoritratto, perché in nessun caso (o quasi nessuno) c'è un tentativo di raffigurarsi, solo l'uso del suo corpo per costruire personaggi o per mostrare metamorfosi e processi di trasformazione. I personaggi di Molder sono fantasmi che infestano il mondo delle immagini, spesso eco di altri fantasmi che popolavano altri mondi (dei testi o delle immagini in movimento) e che sono sopravvissuti in modo che noi, essendo perduti in questi altri che ci perseguitano, possiamo essere un po' più interrogativi, un po' più terrificanti, circa le nostre case su questo lato delle sue immagini. Delfim Sardo
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