Artista: Lavanya Sundararaman
Museo: Kochi-Muziris Biennale (Kochi, India)
Temi: Pigmento Pigmento
Lavanya Mani lavora prevalentemente con i tessuti e le varie ‘tradizioni’ e tecniche associate alla pittura tessile, alla stampa e al ricamo in India. È interessata a corrispondenze tra i mondi dei tessili e del testo —manifestazione in espressioni come ‘fare un filato’, ‘per intrecciare un racconto’ o ‘procreare’ — e il loro legame con la costruzione della storia, in particolare le narrazioni orientaliste sull’Oriente. Le mostre di Mani alla Biennale fanno parte di una serie continua di dipinti su tela di cotone denominata Travellers Tales – Blueprints (2014). I dipinti evocano le vele di una nave e portano immagini attraverso cui l'artista cerca di mappare il ruolo complesso che tinti e tessuti stampati giocato nella storia del colonialismo in India. Essi richiamano contemporaneamente la nostra attenzione ai processi storici che hanno portato all'emergere di 'arte alta' e 'artigianato' come categorie definite in opposizione tra loro. Nella creazione delle immagini questi dipinti portano, Mani usato 'Kalamkari', una tecnica di pittura tessile secolare dall'India che utilizza coloranti naturali. Come sottolinea l’artista, la popolarità dei tessuti “Kalamkari” (chintz) nell’Europa del XVII secolo era tale che i governi francesi e inglesi lo avevano vietato per proteggere i mulini locali. Inseriti nei dipinti sono i testi di lettere scritte dai viaggiatori in India che tentano di decodificare 'Kalamkari' e altre tecniche per replicarli in Europa. Utilizzato anche in queste opere è il cianotipo, un primo mezzo fotografico che, quando applicato su stoffa ed esposto alla luce, produce il colore blu, evocativo sia dell'oceano che dell'Indigo, una tintura che era una merce ambita nel commercio dell'Oceano Indiano e successivamente delle estrazioni coloniali dall'India.
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