Artista: Maria Dompè
Formato: 89 x 95 cm
Temi: Scultura
Il marmo e la corda sono collocati in modo significativo nel dialogo di Maria Dompè, che spesso combinava questi due materiali di origine molto diversa, uno nobile e l'altro basso, nelle sue prime opere a Roma. L'artista sembra mettere in scena undialogo immaginario tra i due elementi. Composte da sobrietà elegante in una forma che quasi suggerisce il capitale appena scoperto di una colonna, raccontano i loro racconti, persi e trovati nel tempo e nella memoria. Il travertino richiama lo splendore dei templi, la maestosità dei palazzi, l'ingegneria dei ponti e degli acquedotti, i maestosi edifici che illuminavano il Mediterraneo della cultura e della conoscenza con la loro bianchezza. La rete ricorda i mestieri umili e necessari, le mani che profumano di pesce e salamoia, l’incessante suono delle onde e le dure vite dei pescatori, dei marinai e dei sognatori che hanno navigato quello che i Romani chiamavano mare nostrum, “il nostro mare”, intendendo per la vita. (Traduzione di Paul Metcalfe per Scriptum, Roma)
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