Artista: Sim Chi Yin
Data: 2014
Formato: 50 x 70 cm
Museo: 15th Istanbul Biennial (Istanbul, Türkiye)
Temi: Stampa
Alla fine del XX secolo, una cultura di servizio non-stop di ventiquattro ore è emersa in molte delle città del mondo. In settori come l'ospitalità, la pulizia, la cottura e lo smaltimento dei rifiuti, è richiesto un mangime costante del lavoro umano. In molti luoghi oggi, dagli Stati Uniti alla Cina, viene utilizzato un lavoro migrante poco costoso, in mezzo a condizioni non regolamentate, spesso sfruttative e pericolose. A Pechino, si stima che verso l’alto di un milione di abitanti della città siano lavoratori migranti a basso reddito che vivono letteralmente sotterranei negli ex rifugi della città. Questi spazi sotterranei di Pechino sono stati costruiti per la prima volta da Mao Zedong come protezione contro gli scioperi aerei sovietici; negli anni '90, tra le riforme economiche, sono stati parzialmente privatizzati e incorporati in alloggi residenziali di nuova costruzione, e affittati a basso costo. Oggi, sono sede di molti dei camerieri della città, guardie di sicurezza, detergenti, cuochi, nanni e piloti che servono una classe ma appartengono a un altro. Sim Il progetto di Yin Rat Tribe è un ritratto dei migranti che abitano questi 6.000 sotterranei e rifugi per raid aerei, che ammontano a quasi un terzo degli spazi sotterranei della città. Preso per un arco di cinque anni, le fotografie di Chi Yin adottano – con ironia deliberata – il nome di riferimento (‘tribù di rat’) coniato dai media cinesi per questo strato di società che risiede sottoterra a Pechino, dormendo in quartieri stretti con poca luce naturale e solo un minimo di comfort per vivere in prossimità del centro della città dove lavorano. Un ritratto dei costi all-too-fisici della globalizzazione, il progetto di Chi Yin richiama l’attenzione sugli effetti del capitale globale nelle città, ponendo un volto umano sulle realtà della migrazione e dello sfruttamento che alcuni non sono mai costretti ad esaminare. Nonostante le dure realtà raffigurate in queste fotografie, intratteniamo anche uno sguardo di individualità umana che attraversa la superficie: mostrano come le pareti e gli interni sono decorati per esprimere la personalità e l'orgoglio di coloro che guidano anche i più precari della vita. E una volta sopra terra, questi cosiddetti ‘ratti’ non sembrano diversi dai loro omologhi che vivono al piano di sopra.
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