Stack rosa – (Sir Anthony Alfred Caro) Precedente Successivo


Artista:

Data: 1969

Formato: 1200 x 1475 cm

Museo: British Council (London, United Kingdom)

Temi: Scultura

Lo spettatore è incoraggiato a circumnavigare questa grande scultura costruita di sette pezzi di acciaio. La composizione dei suoi elementi formali si trasforma quando si vede da diversi punti di osservazione. Il lavoro non ha identità visiva fissa, una pluralità di configurazioni sono simultaneamente possibili e valide. Per mantenere il pezzo in armonia gli elementi individuali sono dipinte rosa industriale brillante. Caro ha selezionato questo colore dopo che la scultura è stata terminata e la sua identità stabilita, per rafforzare il suo stato d'animo. Caro utilizza il colore applicato per ottenere un senso di assenza di peso in quanto rende la superficie del metallo più ottica che tattile. Il fatto che gli elementi centrali siano una tonalità più leggera di rosa dà loro un ulteriore suggerimento di ascensore. Caro non traveste l’ingegneria di Pink Stack, ma non punge l’illusione che la gravità sia stata deformata. Il lavoro di Caro non emerge da uno schizzo o maquette ma sperimentando direttamente il posizionamento di diverse forme, senza alcuna immagine precedente in mente. Caro lavora vicino alla scultura in modo da non modificarla prematuramente applicando nozioni preconcette di equilibrio e composizione. Una volta soddisfatto della costruzione dei suoi gesti espressivi astratti, salda le forme in posizione. Il suo lavoro è fatto in spazio letterale, relativo all'altezza dell'occhio di una persona in piedi e non può essere ingrandito o schiacciato. Durante gli anni '50 Caro aveva realizzato un lavoro figurativo modellato in argilla o gesso e fuso in bronzo. Nell'autunno 1959 fece un viaggio in America dove la conversazione con Clement Greenberg e l'esposizione alla scultura di David Smith e ai dipinti di Kenneth Noland innescarono la sua conversione all'astrazione. Caro si voltò a raschiare l’acciaio, respingendo l’argilla che porta l’impronta della mano dell’artista e le connotazioni del corpo umano. Per allontanarsi dalla figura, dal totem e dal monolite, Caro cominciò a allungare il suo lavoro. La lunghezza costrinse le sculture ad essere lette lentamente, come un pezzo di musica. Parodossicamente, Caro sentiva di essere stato costretto a rendere la sua scultura astratta per renderla più umana. Caro

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