Spyrogyra – (Tony Cragg) Precedente Successivo


Artista:

Data: 1992

Formato: 220 x 210 cm

Museo: Art Gallery of New South Wales (Sydney, Australia)

Temi: Scultura

Negli ultimi 30 anni Tony Cragg ha prodotto costantemente idee originali e una notevole diversità di forme che impiegano una vasta gamma di materiali e tecniche. È difficile caratterizzare il suo lavoro in uno stile specifico o movimento artistico. Nei primi anni '70 una nuova generazione di scultori britannici ha celebrato una certa libertà dai lacci di stile che avevano abbattuto i loro predecessori immediati. Sotto l'influenza dell'arte concettuale, un ambiente pluralista in cui quasi tutto poteva accadere cominciò a fiorire. Gli artisti concettuali proclamarono la sotto-servienza della forma materiale al contenuto, permettendo così a qualsiasi materiale o metodo di essere impiegato nel loro servizio. Alcuni artisti hanno preso questo dictum per svalutare le proprietà materiali di ‘arte fine’ e hanno iniziato a privilegiare i media associati alla cultura popolare, tra cui testo, fotografia e video su materiali più tradizionali. Cragg, al contrario, è stato tra coloro che hanno tradotto questa libertà in una possibilità infinita per sistemi e processi materiali con cui coniugare oggetti nuovi e provocatori. In questo ha avuto più in comune con gli artisti arte povera europei che con il concettualismo transatlantico. I suoi primi lavori comprendevano materiali come frammenti di plastica colorati trovati lungo l'argine Thames, mobili antichi e parti della macchina. Questi sono stati sempre ordinati secondo sistemi precisi che riflettono sia il suo orientamento scientifico che l'etica di lavoro di sistemi rigorosi e processi logici che hanno prevalso nelle scuole d'arte britanniche all'epoca. Nel lavoro di Cragg, tuttavia, c'era sempre spazio all'interno di questo ordine per variazione casuale, proprio come c'è in natura. Paradossalmente la limitazione imposta da questi sistemi era liberante perché hanno sostituito i vincoli di riprodurre apparizioni da un lato e le ricette formali del design di base dall'altro. Lavorando all’interno di questi sistemi, gli artisti potrebbero incorporare ogni tipo di materiale, anche celebrando gli eccessi della diversità materiale senza perdere la logica della forma. “Spyrogyra” cattura il buon umore generale della scultura di Cragg incarnando alcuni degli aspetti più profondi del suo lavoro nel suo insieme. Il portabottiglie è naturalmente un riferimento al famoso readymade di Duchamp, ‘Egouttoir’ (bottle rack) 1914 1; questo allude all’aspetto concettuale giocoso di Cragg che così spesso fa allusioni spiritose alla storia dell’arte. La struttura è comunque molto più aperta e intuitiva dell’originale di Duchamp. La spirale suggerisce immediatamente DNA e accoppiamenti organici, che sono onnipresenti nelle forme di Cragg. Ogni asta attaccata alla spirale può prendere alcuni tipi di bottiglie, non una bottiglia unica ma una di genere generale. Come risultato ogni volta che viene assemblato cambia nel particolare ma mantiene la sua forma essenziale. In questo modo si imita l'alloggio genetico di tipo e individualità. Il riferimento alle strutture scientifiche è invariabilmente un tema chiave nel lavoro di Cragg.1. Oppure, letteralmente ‘detaster’, un gioco sull’idea del readymade come una sfida da gustare nell’arte© Art Gallery of New South Wales Contemporary Collection Handbook, 2006

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