Artista: Boris Achour
Data: 2015
Museo: la Biennale di Venezia (Venice, Italy)
Temi: Supporti Misti
Boris AchourBorn a Marsiglia, in Francia, nel 1966. Vive e lavora a Parigi, in Francia. Ispirato dalla fantascienza, dalle sitcom televisive, dai fumetti, dalla letteratura e dalla poesia, Boris Achour attinge ad un ampio repertorio di stili e pensieri che si adatta e rimodella attraverso il filtro della sua preoccupazione artistica. Dalla fine degli anni '90, Achour iniziò a distinguersi con il suo pezzo di performance Actions-peu e altri stadi nello spazio pubblico, registrando tracce di queste altre performance adlib senza un pubblico reale, tranne che per i passanti spontanei. All’inizio del ventunesimo secolo, l’oeuvre di Achour si è spostato dalla strada al set cinematografico e allo spazio espositivo, abbracciando la produzione e la scultura video, allontanandosi dai formati datati, come la videoteca (Cosmos, 2001) o l’archive tradizionale (The Grasshopper in the High Castle, 2013). Dal 2006, la sua serie Conatus, che rispetterà il concetto di auto-conservazione di Spinoza, è una sequenza di spazi progettati che servono da palco per spettacoli che, a loro volta, vengono registrati e tradotti in film. La serie si svolge in diversi episodi (Trailer, Pilot, Joy, A Forest, Yes) e favorisce forme e installazioni minimali e ibride che trasudano forme e colori vivaci. In continua evoluzione, questo ammiratore di Fluxus aumenta il numero di sculture e altri assemblaggi con frequenti riferimenti ai giochi. Più recentemente, i suoi Séances (2012) – video, testo, suono e scultura – si basano sulla percezione del frammento come elemento primordiale per connettersi con il mondo. In questo progetto, l’immagine, il suono, l’oggetto e l’impostazione diventano una cosa sola, portando ad un “paesaggio/insieme da percorrere” con l’obiettivo di offrire allo spettatore un’esperienza immersiva. Personaggi addormentati, scene notturne, obscurity: In Séances, la presenza della notte e del sonno viaggia attraverso questo pezzo poetico in uno stato risvegliato, in un mondo di notte infinita. Giochi di cui regole Ignore è il titolo della videoinstallazione di Achour alla 56a Biennale di Venezia. Nel film, diversi partecipanti/caratteri interagiscono con oggetti e oggetti, che vengono esposti anche su una piattaforma di proiezione/esposizione, rivelando così il rapporto tra i due medium. È un rituale non definito, un gioco collettivo con regole ancora sconosciute, o un tableau vivant? Achour ancora una volta ci apre un mondo eccentrico, personale, immaginario.
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