Venere e Marte – (Canova) Precedente Successivo


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Data: 1816

Museo: Museum Gipsoteca Antonio Canova (Possagno, Italy)

Temi: Gesso Gesso

Come sappiamo dalla corrispondenza tra Canova e il suo caro amico Quatremère de Quincy, l’autore stava lavorando su un modello di argilla di Venere e Marte già alla fine di ottobre 1816 “grande come il vero o qualche cosa di più” (dimensione reale, o un po’ più grande). Il principe Reggente Giorgio IV del Regno Unito commissionò questa statua nel 1815, anche ottenendo al punto di pagarla due volte quello che Canova chiese a condizione che questa sarebbe stata l'unica opera d'arte che aveva mai fatto con questo soggetto. Due modelli in gesso sono stati realizzati dall'argilla, mentre il marmo, terminato nel 1822, fa ora parte della Royal Collection e può essere ammirato a Buckingham Palace, Londra. Il tema scelto da Canova si adatta bene allo scopo di celebrare allegorosamente il nuovo periodo di pace che il Congresso di Vienna avrebbe dovuto portare in Europa. La dea Venere, sin dai tempi antichi associata a buona fortuna, ricchezza, armonia e pace, è qui raffigurata come una donna giovane e sensuale, la sua carne è tenera, le sue gambe avvolte in un panno sottile. Marte, dio della guerra, è orgoglioso, feroce e bellico, i suoi muscoli finemente cesellati dallo scultore. Il suo scudo e la sua spada si posano ai suoi piedi, vicino a una cornucopia colma del frutto della terra, simbolo della nuova età di pace e prosperità portata alla fine del conflitto. Le forze antagoniste incarnate dai due olimpici qui si uniscono in un nuovo equilibrio. Infine, la composizione di questa opera d’arte, con i due dei ritratti nudi e abbracciati, assomigliano a quella delle opere precedenti di Canova, Adone e Venere.

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