La festa del Re del Fagiolo – (Jacob Jordaens) Precedente Successivo


Artista:

Data: 1645

Formato: 3000 x 2420 cm

Museo: Kunsthistorisches Museum (Vienna, Austria)

Temi: Olio Su Tela

Le composizioni energetiche di Jordaens sarebbero inconcepibili senza i dipinti di Rubens a cui l'artista più giovane a volte ha contribuito. Ma ha combinato l'influenza del suo mentore con una selezione di fisionomie burlesche, grossolane e comuni (che mostrano l'influenza dei successori olandesi a Caravaggio sia in questo che nella visione di solito ravvicinata) per creare il suo stile, inconfondibile. Nel presentare contenuti “ride ma didattici”, Jordaens sta anche assimilando le influenze moderne olandesi: nei protestanti Paesi Bassi i preparativi per la morale – sempre, comunque, in piccolo formato – erano molto più stimati che nelle Fiandre Cattoliche. Cresciuto sopra le loro cure quotidiane e uniti in canto, costumi, ubriachezza e gola, i venditori sono pressati nel più piccolo spazio concepibile. Diversi giorni prima, all’Epifania (dodicesima notte), avevano acquistato slitte di carta con i nomi di vari uffici di corte, e per scegliere il “re” una torta era stata fatta contenente un singolo fagiolo. L'ospite che ha trovato il fagiolo nel suo pezzo è diventato il re della festa. Ma Jordaens non lascia la scelta del protagonista al caso: il più antico partecipante indossa la corona, e ha scelto la donna più bella come la sua “queen”. Questo tocca un tema che era stato diffuso dal XVI secolo, ma di solito è stato rappresentato in isolamento: la “coppia disossata”. Ora il resto dei cittadini viene assegnato loro rispettivi ruoli. Sulla destra, sopra la testa massiccia del re, il “degustatore royal” sta eseguendo i suoi doveri. Il “dottore” in primo piano sinistro si sta rivivendo in pericolosa prossimità del cibo. In primo piano è la figura scarsamente illuminata ma potente dell’ “equerry”, che ha già perso la sua carta. Il suo corpo ha una funzione importante nella composizione: si stabilizza e fornisce il ritmo alle altre figure del dipinto, che sono raffigurate con lievi avanzi. Discretamente sullo sfondo è un’iscrizione su un cartiglio: “nil similusinsano quam ebrius” – “Niente è più come un pazzo che un ubriaco”. © Cäcilia Bischoff, Masterpieces of the Picture Gallery. Guida breve al Kunsthistorisches Museum, Vienna 2010

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