Artista: Jacques Louis David
Data: 1793
Formato: 128 x 165 cm
Museo: Royal Museums of Fine Arts of Belgium (Brussels, Belgium)
Temi: Olio Su Tela
Parigi, sabato 13 luglio 1793. Alle 19.15, dopo un breve alterco con la ragazza della vittima, Simone Evrard, Marie-Anne Charlotte Corday è stato ammesso nella stanza di Jean-Paul Marat al numero 30 di rue des Cordeliers. Poco prima, aveva comprato un grande coltello in un negozio vicino al Palais-Royal. Lo mise abilmente nel petto del politico e del pubblicista, che era in bagno al momento per alleviare il dolore causato dalla sua malattia cutanea. L'aristocratica Charlotte Corday era un fervente realista di Caen che l'aveva presa in testa per liberare il mondo dell'agitatore Marat. E' stata arrestata subito dopo l'omicidio, e dopo un processo sommario condannato a morte, e ghigliottinata. Dal settembre 1789, Marat aveva pubblicato il giornale ‘L’ami du peuple’, ed era molto popolare. La politica del giornale era difficile e spietato. Le opportunità di propaganda politica dell'assassinio non sono andate inosservate, e la Convenzione Nazionale ha chiesto a Jacques-Louis David di immortalare Marat su tela. A quel tempo, David non era solo l’artista francese più importante, ma anche un amico intimo di Marat, membro del consiglio rivoluzionario e presidente del Jacobins’ Club. Come membri della Convenzione, entrambi gli uomini avevano votato a favore della pena di morte per il re Luigi XVI. Di un artista neoclassico ci si aspetta soggetti e scene che si riferiscono all'antichità classica e alle virtù civiche della Repubblica Romana. Tuttavia, nulla potrebbe essere più lontano dalla verità in questo caso particolare. David ha posto un soggetto contemporaneo in un ambiente contemporaneo. “Pensavo che sarebbe stato interessante mostrarlo come l’ho trovato, scrivendo per la felicità e il benessere della gente”, ha detto David. E mentre l'eroe classico è aggiornato, non è banalizzato. Per questo David ha limitato la riconoscibilità e la ‘tangibilità’ al minimo nudo del soggetto, Jean-Paul Marat, e ciò che lo ha reso un eroe. Non c'è salotto, assassino, amico – maschio o femmina – per mettere il soggetto nella realtà quotidiana. Non c'è costume per datare la scena in tempo: Marat e' nuda. Solo pochi frammenti della sua attività rivoluzionaria (tessili di scrittura), altruismo e spirito pubblico (la lettera), sofferenza (il bagno), e morte eroica (il coltello macchiato di sangue) si combinano per rappresentare Marat come l'eroe generoso che è disposto a sacrificare la sua vita per raggiungere i suoi ideali rivoluzionari. Testo: Frederik Leen, Museum of Modern Art. Selezione delle opere, Bruxelles, 2001, p. 16 © Musei reali di Belle Arti del Belgio, Bruxelles
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