Philisa: Ditaola – (Lhola Amira Mbongwa) Precedente Successivo


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Data: 2020

Museo: Biennale of Sydney (Sydney, Australia)

Temi: Supporti Misti

“Philisa ci chiede di ricordare i nostri antenati, che sono tessuti in umlibo womoya (corrente di energia), arco attraverso sangue e osso a inkaba (la nostra origine). I nostri antenati sono energia che si trasforma non distrutta. Guarire le OURSELVES è guarire anche i nostri ANCESTORS. Il lavoro riguarda l'ascolto. Ascoltando la terra, ascoltando l'acqua, ascoltando il sangue e le ossa dei nostri antenati, ascoltando ciò che i nostri corpi ricordano. Ascoltando dove sono state cantate le canzoni. Ascoltare dove erano i fiumi. Ascolta. Al silenzio. Ascolta di trovare la ferita, dove fa male, perché fa male, come fa male. Ascolta la medicina. Guardiamo gli oggetti come un atto di creazione, concepito come un processo di divenire. Philisa nella nostra pratica non è un concetto di rappresentazione, perché noi vediamo e comprendiamo oggetti come nati per realizzare uno scopo. Gli oggetti nella nostra quotidianità esistono come segnali. Così, quando facciamo oggetti, sono destinati a funzionare come trigger. Qui parliamo di trigger come memoria, e un atto di memoria.” Le opere di Lhola Amira affrontano le ferite lasciate dalla colonizzazione in molti contesti disparati, per creare spazi per la guarigione attraverso il collegamento alla terra, all’antenario e allo spirituale. Qui, Amira crea portali per la memoria e il ringiovanimento, dove attraverso una tenda di perline sopra un letto di guarigione cerimoniale di sale, si possono sentire i suoni del canto, ascoltare e ricordare.

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