Parata – (Melanie O'callaghan) Precedente Successivo


Artista:

Museo: Biennale of Sydney (Sydney, Australia)

Temi: Supporti Misti

Mel O’Callaghan ha tratto dal suo background sia in arti visive che in architettura per creare un nuovo lavoro progettato appositamente per gli edifici industriali dell’isola di Cockatoo. In Parade (2014), una serie di elementi scultorei inerti e funzionali – scale, pesi e pulegge – appaiono su un palco, reso vivace durante tutta la giornata da un gruppo di esecutori. Le intenzioni degli esecutori sono ambigue; si impegnano l'uno con l'altro e gli oggetti come se agire un gioco assurdo, lo scopo e le regole di cui non sono chiari. La parata continua L’interesse di O’Callaghan nella scultura cinetica e la sua compulsione come artista per trasformare gli oggetti. La presenza degli esecutori e l'attivazione degli oggetti crea, in sostanza, una scultura in movimento, alterando drasticamente l'installazione come esiste nel suo stato statico. Proprio come uno spettatore di circo può meravigliare le capacità del proprio corpo come dimostrato dalle imprese fisiche di un altro, così anche lo fa La parata ci permette di riconoscere la nostra luce attraverso le azioni degli esecutori. I personaggi di O’Callaghan sono in una lotta eterna tra la futilità e la persistenza della volontà umana. La parata funziona come un tableau scultoreo e psicologico; una rappresentazione ciclica e ritualistica dell'assurdità della condizione umana. La pratica artistica di O’Callaghan – che comprende film, scultura, performance e installazione – è radicata nel mito. Per l'artista australiano, mito e rituale può essere visto come illustrativo della condizione umana, e l'arte i mezzi di affrontare o risolvere conundrums sollevato da queste storie e azioni. O’Callaghan è particolarmente incuriosito dalla figura greca di Sisyphus: condannata dagli dei a una vita di intrinsecamente spingendo un boulder alla cima di una collina, solo per farlo rotolare giù verso il basso di nuovo. Spesso usato come parabola per l’assurdità della condizione umana, il destino di Sisyphus appare un buon punto di partenza metaforico per le opere di O’Callaghan, che spesso esaminano la luce dell’uomo attraverso azioni ripetitive, cicliche o futile. O’Callaghan è attratto da paesaggi dure o sterili, come le rovine in Corsica che servono da sfondo per il suo recente film Endgame (2012). In questo paesaggio, un gruppo di attori esegue una serie di azioni astratto, gioco-come. Ci sembra poco punto o scopo ai loro movimenti e tuttavia gli attori si dimettono ai loro compiti come se il riconoscimento e l'accettazione della futilità della loro situazione. Piuttosto che looping convenzionale, Endgame è stato sviluppato per giocare continuamente e in varie sequenze in modo che lo spettatore non vede mai lo stesso run-through due volte. La forma di Endgame riecheggia così la sua narrazione; una ricerca eterna, incompiuta. Parade: Rocks (2012), eseguita presso l'Australian Centre for Contemporary Art, Melbourne e Galeria Belo-Galsterer, Lisbona, esamina allo stesso modo le metafore di Sisyphean con un gruppo di attori che si muovono ciottoli da una pila all'altra per formare una scultura mobile. L’infruttuosità delle loro azioni – smantellando i loro cumuli non appena li hanno formati – allude al valore del metodo di lavoro sul pezzo finito, e illustra l’interesse di O’Callaghan nella fluttuazione tra speranza e delusione. O’Callaghan detiene un Master of Fine Arts del College of Fine Arts, University of New South Wales, Sydney; un Bachelor of Science (Architettura) dell’Università di Sydney; e un Bachelor of Visual Arts (Honours) del Sydney College of the Arts dello stesso istituto. Le sue recenti mostre personali includono ‘Balancing Act’, Galerie Allen, Parigi (2013); ‘Endgame’, Belo Galsterer Galeria, Lisbona (2013); e ‘Each Atom Of That Stone In Itself Forms A World’, Grantpirrie, Sydney (2010). Il suo lavoro è stato inserito in diverse importanti mostre di gruppo a livello internazionale, tra cui 'NATURA: Paisagem e Natureza', Museu Nogueira de Silva, Braga (2013); 'Desire Lines', Centro Australiano per l'Arte Contemporanea, Melbourne (2012–13); 'Livret IV', Musée départemental d'art contemporain de Rochechouart (2012); e 'La Main Numerique Fine Arts di Taiwan, Parigi).

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