Vista installazione – (Thomas Peter Friedl) Precedente Successivo


Artista:

Data: 2015

Museo: la Biennale di Venezia (Venice, Italy)

Temi: Supporti Misti

Peter FriedlBorn a Oberneukirchen, Austria, nel 1960. Vive e lavora a Berlino, Germania. Dopo aver lavorato come critico teatrale, Peter Friedl in seguito stabilì la sua reputazione artistica come interlocutore incisivo delle forme rappresentative. Il suo corpo di lavoro formalmente vario evidenzia il pensiero ideologico che informa le decisioni degli artisti per esporre la storicità e aumentare l’alfabetizzazione visiva dello spettatore. Spesso raffigurando forme che sono storicamente e ideologicamente sopravvalutate, Friedl sottolinea l'interdipendenza tra testo e immagine per mostrare che "niente va senza dire", come il teorico olandese Mieke Bal così eloquentemente messo. Giocando a forme vuote contro l’altro, le opere di Friedl non solo disarmano le strutture di potere storico, ma risolvono anche le contraddizioni del progetto modernista prestando forme comuni a concetti incompatibili. Così facendo, rienchant le promesse del passato. La serie Rehousing di Friedl (2012–2014), per esempio, gioca sui molteplici significati del modello di scala architettonica. Come strumento concettuale il modello offre una descrizione condensata del mondo, ma come strumento politico prescrive anche il futuro. Il titolo di questa serie fa riferimento a un progetto del Dipartimento degli alloggi e dello sviluppo urbano degli Stati Uniti, chiamato American Homelessness Prevention and Rapid Re-Housing Program. L'obiettivo dichiarato del programma è quello di "fornire assistenza finanziaria e servizi per impedire a individui e famiglie di diventare senzatetto e di aiutare coloro che stanno vivendo l'assenza di casa ad essere rapidamente rifatti e stabilizzati." Fornire alloggi ai senzatetto, tuttavia, è solo un rimedio ideologico agli eccessi del capitalismo rampante. Poiché le sculture casalinghe di Friedl sono presentate senza contesto, si diffondono tra il generico e lo specifico. Rappresentano la storia del modernismo come una serie di casi di problemi eterogenei, tra cui la casa genitoriale dell’artista, la capanna della Foresta Nera del filosofo Martin Heidegger, la residenza privata del rivoluzionario comunista Ho Chi Minh, una cabina americana ottocentesca di schiavi, uno shack di Berlino costruito da immigrati, e una residenza coloniale irrealizzata dall’architetto modernista Luigi Piccinato. Come risposta architettonica ai bisogni sia privati che politici, ogni modello rappresenta la politica di un particolare soggetto e ideologia. Testando i limiti della rappresentazione architettonica, Friedl si propone infine di mettere in discussione l'estetica della memoria culturale. Liberando il modello dalla sua funzione di intermediario tra concetto e implementazione, chiama le sculture “casi studi per una sorta di geografia mentale relativa ad una varietà alternativa di modernità. ”

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