Artista: Zofia Kulik
Formato: 180 x 250 cm
Museo: Centre of Contemporary Art Znaki Czasu (Toruń, Poland)
Temi: Fotografia
L'ieratico, frontale (presentato sopra le ginocchia) autoritratto dell'artista in un abito ornamentale, corrisponde iconograficamente sia ai ritratti ufficiali di Elisabetta I che alle immagini della Madonna. L'artista è in piedi dritto, orgogliosamente, tenendo un solletico nella mano sinistra, con il suo autoritratto più piccolo visibile in tre quarti sotto la mano destra, dove, con una faccia roguish, sta tenendo in braccio figure ridotte di sua madre Helena e partner a lungo termine, Przemysław Kwiek. La sua testa è adornata con una corona fatta di fotografie di steli e una forma verticale che assomiglia ad una freccia o un metallo finito di un albero banner. Oltre alla fotografia principale del volto di Zofia Kulik (preso dalla sorella di Przemysław, Urszula Kwiek), ci sono anche frammenti di fotografie scattate dall'artista qualche tempo prima: la fotografia della madre del 1993 e di Kwiek del 2002. L'abito dell'artista sembra come se avesse qualche schema astratto da una distanza, ma dopo uno sguardo più vicino, gli ornamenti complicati risultano essere fotografie di foglie di cardo secco e di una figura umana. Quest'ultimo è presente anche in un altro dei progetti importanti di Kulik – The Archive of Gestures (1987-1991) costituisce circa 700 fotografie di nudi maschi (qui: Zbigniew Libera, artista presentato anche nella collezione di CoCA). Su entrambi i lati del volto dell’artista ci sono – a sinistra: fotografie di un uccello ucciso dal cane dell’artista; a destra: una croce latina formata con nudi maschi. Splendore di me V è una fotografia laboriosa (dal punto di vista tecnico), ripetutamente esposta in bianco e nero, realizzata in 15 campi rettangolari di carta fotografica (5 verticalmente, 3 orizzontalmente). La quantità di tempo e di lavoro separa il lavoro da un fotomontaggio. La regola di manipolazione che regola la composizione si traduce nel fatto che le stesse opinioni si ripetono più volte, soprattutto nelle parti di un grande ruff che circonda il collo e il fondo del vestito. Il carattere decorativo e ornamentale dell’opera, sottolineando la rigorosa disciplina dell’organizzazione assiale del tutto, è caratteristico di tutte le fotografie ripetutamente esposte di Kulik che, insieme alla tecnica anacronica (nei tempi di Photoshop), ha creato un dialogo con il passato, tra cui la storia dell’arte. L'intero lavoro è quindi realizzato con l'aiuto del metodo analogico, e il supporto minimo delle tecniche digitali rimane un mistero di produzione. [A. Markowska]
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