Giambologna

Giambologna

Stile: Barocco Barocco Barocco; Rinascimento;

Luogo di nascita: Douai

Anno di nascita: 1529

Anno di morte: 1608

Biografia:

Giambologna, pseudonimo di Jean de Boulogne mette in evidenza quella che sarà una componente essenziale nello sviluppo del suo linguaggio, ossia il rapporto con il grande maestro fiorentino.
Egli forse non conobbe mai di persona Michelangelo, ma la sua arte lo impressionò a tal punto da spingerlo all'emulazione e in seguito al superamento dei suoi modelli; egli costituì sempre il termine di confronto con cui misurarsi e senza limitarsi alla passiva imitazione di schemi predefiniti. Nelle sue opere vi è una forte propensione alla tensione dinamica delle figure di chiara ispirazione michelangiolesca, ma Giambologna divenne il più importante scultore manierista a Firenze per l'originalità della sua produzione, fatta di statue di marmo e bronzi di grandi e piccole dimensioni, che seppero conquistare il gusto e l'apprezzamento di committenti esigenti, come erano quelli raccolti intorno alla corte medicea granducale.
Nel 1552 Giambologna si trasferì a Firenze, trovando ospitalità e protezione nella casa di Bernardo Vecchietti, uomo colto, raffinato e grande collezionista, per il quale egli eseguì le sue prime opere fiorentine, tra cui una Venere in marmo andata perduta, ma della quale esiste un modellino in bronzo conservato al Museo Nazionale del Bargello, in cui si vede la dea inginocchiata nell'atto di asciugarsi.
L'amicizia con il nobile fiorentino fu decisiva per Giambologna perché fu proprio lui a introdurlo nella corte medicea, presentandolo al futuro granduca Francesco I. La sua ascesa fu comunque piuttosto lenta perché al momento del suo arrivo in città erano molte le personalità di spicco che si contendevano le committenze granducali; Baccio Bandinelli godeva del favore di Cosimo I e della moglie Eleonora di Toledo e Benvenuto Cellini conobbe il suo momento di massima gloria quando nel 1554 terminò il Perseo con la testa di Medusa, posto sotto le arcate della Loggia della Signoria.
Inizialmente quindi Giambologna dovette accontentarsi di commissioni non di primo piano; nel 1559 scolpì lo stemma mediceo posto sulla scalinata del Palagio di Parte Guelfa, che Giorgio Vasari stava ristrutturando in quel periodo e l'anno successivo realizzò un rilievo in alabastro destinato al principe Francesco, raffigurante l'Allegoria di Francesco I, oggi conservato al Museo del Prado a Madrid. Al 1560 risale anche il Bacco del Bargello, primo bronzo monumentale dell'artista eseguito per Lattanzio Cortesi e nello stesso anno prese parte al concorso per la Fontana di Nettuno in piazza della Signoria indetto da Cosimo I, poi realizzata da Bartolomeo Ammannati; pur consapevole di avere scarse probabilità di vittoria, Giambologna sapeva che si trattava di un'ottima occasione per mettere in luce le sue capacità e in effetti il suo modello venne giudicato molto positivamente.
A seguito dell'impresa egli ricevette il primo incarico di prestigio da parte di Francesco I, il gruppo in marmo con Sansone e il filisteo, che negli anni settanta venne trasferito nel cortile del Casino di San Marco e posto su una fontana dotata di un piedistallo su cui si trovavano alcune scimmiette in bronzo (una delle quali conservata al Louvre di Parigi).L'opera riprende chiaramente i modelli michelangioleschi per la forte tensione dinamica delle figure in lotta e la pluralità di vedute offerta dalla scultura, ma mostra anche la sua spiccata tendenza al naturalismo, che lo rese molto abile nella rappresentazione di animali, come quelli che si vedono nel verone del Bargello, tra cui si vedono un pavone, un tacchino e un gufo, provenienti dalla grotta della Villa medicea di Castello.

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