Anno di nascita: 1896
Anno di morte: 1956
Biografia:
Luigi Filippo Tibertelli de Pisis, semplicemente conosciuto come Filippo de Pisis presenta la mostra "Appels d'Italie" alla Biennale di Venezia del 1930. Durante il periodo parigino visita Londra, per brevi soggiorni che ripeterà ben tre volte, stringendo rapporti d'amicizia con Vanessa Bell e Duncan Grant.
Nel 1939 ritornato in Italia, De Pisis, in occasione del Premio St. Vincent, passa un'estate nella cittadina valdostana dove ha anche l'occasione di incontrare il pittore locale Italo Mus. Si stabilisce a Milano e, in seguito alla distruzione del suo studio in Via Rugabella nel 1943, si stabilisce a Venezia dove si lascia ispirare dalla pittura di Francesco Guardi e di altri maestri veneziani del XVIII secolo. Partecipa alla vita culturale della città lagunare, ove fu amico e maestro del pittore e concittadino Silvan Gastone Ghigi, ma dopo un breve soggiorno a Parigi tra il 1947 e il 1948, inizia a rivelare i primi sintomi di un'arteriosclerosi che lo costringe a ricoversarsi in una clinica vicino a Brugherio. Dipinge fino al 1953, dopodiché le precarie condizioni di salute non gli permetteranno più di svolgere alcun lavoro e il 2 aprile 1956 muore a Brugherio.
L'opera di Filippo de Pisis soffre del fenomeno della falsificazione già dagli anni '40, lui in vita.
Le immagini che l'artista dipinge sono, più che disegnate, evocate e circondate da un continuo clima poetico, come risulta dalle vedute parigine, londinesi, dalle marine veneziane, dai nudi e dai grandi mazzi di fiori (indicativi sono: Fiori del 1928 e Quai de Tournelle, del 1938). Effettuerà anche alcuni ritratti, molto noto è quello dell'amico Mariano Rocchi del 1931, oggi conservato presso il Museo del Novecento di Milano .
Nel 1949-1950, de Pisis aderisce al progetto della importante collezione Verzocchi, sul tema del lavoro, inviando, oltre a un autoritratto, l'opera Piccolo fabbro. La collezione Verzocchi è conservata presso palazzo Romagnoli a Forlì, sede delle collezioni del novecento.
Anche le opere del suo ultimo periodo (una lenta malattia lo consumò in una clinica milanese, villa Fiorita a Brugherio) risentono di un'intensità poetica eccezionale, di una netta opposizione a ogni forma di classicismo, delle sue straordinarie doti di colorista che lo pongono fra i più grandi pittori contemporanei.
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