Luogo di nascita: Monegila
Anno di nascita: 1527
Anno di morte: 1585
Biografia:
Luca Cambiaso è stato un pittore italiano.
Allievo del padre Giovanni, presto influenzato dagli artisti del fiorente manierismo genovese (primo fra tutti Perin del Vaga), che sviluppa nei suoi modi originali.
Luca Cambiaso nasce a Moneglia il 18 ottobre 1527. Il padre è il pittore Giovanni Cambiaso (1495-1579), nato a San Quirico in Val Polcevera, luogo che aveva dovuto abbandonare per sfuggire alle truppe ivi accampate del connestabile di Borbone. Giovanni Cambiaso si era allora spostato a Moneglia, dove nacque Luca.
Giovanni diede a Luca i primi insegnamenti pittorici e gli fece copiare i disegni dei maestri del Rinascimento italiano, modellare figure di creta e soprattutto studiare gli affreschi di Perin del Vaga, Domenico Beccafumi e Il Pordenone, da poco eseguiti nel palazzo di Andrea Doria a Fassolo.
Dell'arte di Giovanni nulla si sa sino alla prima opera eseguita nel 1545 in collaborazione col figlio. Si tratta del Polittico di Breccanecca (Cogorno), commissionato il 6 febbraio 1545 a Giovanni Cambiaso dai Massari della chiesa. Il relativo atto notarile, rintracciato da Federico Alizeri, è tuttora conservato in Sant'Antonino Martire di Cogorno. L'opera consiste in un trittico a cinque scomparti (dimensione calcolata con tutti gli scomparti: cm 167x146). In essa appaiono le seguenti raffigurazioni:
Il polittico di Breccanecca viene nel 1954 restaurato e liberato dalle aggiunte e ridipinture del 1776, e mostra la mano predominante di Giovanni, il suo adeguarsi agli influssi esterni giunti a Genova con gli artisti portati dal Doria: Perin del Vaga, Beccafumi, il Pordenone, aggiungendovi osservazioni dalle incisioni nordiche. Rotondi nota il ricordo di Dürer nel volto accigliato di San Cristoforo e nel Bambino contorto e gonfio da lui trasportato. Giovanni Cambiaso conosceva Dürer dalle riproduzioni in stampa e nutriva aspirazioni di aggiornamento. Rimase tuttavia un modesto pittore incapace di uscire dal ‘400 ligure e dai modelli del primo ‘500, non in grado di comprendere in profondità la pittura di Fassolo. Volendo adeguarsi alle novità, dal San Michele di Celle di Perin del Vaga afferrava le esteriorità degli atteggiamenti e non la libertà di movimento e la luminosità; migliori esiti li raggiungeva nei due piccoli scomparti dell'Annunciazione. Mostrava una recezione Beccafumiana nel saper muovere il colore in rapporto alla luce, accentuando il cromatismo delle parti in ombra con la tessitura delle pennellate, riuscendo nonostante il provincialismo a fornire una sua versione della pennellata beccafumiana, questo nelle due figure dell'Annunciazione, nel ramo di giglio dell'Angelo e nel legno della Vergine. Rotondi, che ricostruisce la prima attività di Luca, ipotizza che i due scomparti quadrati più piccoli fossero del figlio Luca Cambiaso, alla cui formazione i modi beccafumiani sono determinanti.
Pressoché coevo è il Polittico coi santi Cornelio papa e Cipriano vescovo, un olio su tavola, conservato a San Cipriano di Serra Riccò, nella parrocchiale dei Santi Cornelio e Cipriano.
La tavola principale recava ai piedi di san Cornelio, nell'ora dimezzato e illeggibile cartiglio dell'iscrizione, la data oggi illeggibile del dipinto; la tavola risale a quando i Cambiaso da Moneglia sono tornati a San Quirico. Luca ha acquisito maggiore libertà nello strutturare i volumi ed è in grado di rendersi indipendente soprattutto nella predella, con la freschezza del bozzetto. I due scomparti della predella riportano San Cornelio trascinato davanti all'imperatore Gallus (ora di forma ovale, cm 28x63), e la Decollazione di san Cornelio (ora a forma di tondo, cm 31 di diametro). Sono opere originali, mentre l'ultimo tondo è frutto di una sostituzione avvenuta probabilmente alla distruzione della cornice, quando la tavola fu incastonata nel muro absidale sopra il coro. In tale occasione le due tavolette della predella vennero ritagliate una ad ovale e una a tondo, e la tavola fu ampliata con l'aggiunta che il restauro della Soprintendenza del 1955-56 ha evidenziato in tratteggio. L'attuale cornice è del 1871, ma con rifacimenti. Nel 1881 la predella aveva un quarto scomparto, scomparso pochi anni prima del 1937 quando evidentemente vennero rifatti anche gli stucchi, almeno nella parte sottostante il dipinto. La tavoletta scomparsa, con San Cipriano vescovo trascinato in giudizio davanti al console Valerio Massimo, fu portata nell'Istituto Piccolo Cottolengo di Genova, dove fu riscoperta dal catalogo di Bruno Ciliento. Si tratta di una tavola di identiche misure di quella della predella (cm 28x63), del San Cipriano trascinato in giudizio. Il tondo attualmente a destra, la Decollazione di san Cipriano, è una copia tarda che sostituisce l'originale forse distrutto (diametro 31 cm).
Segnalò per la prima volta l'opera (ora nelle dimensioni totali di cm 230x162) fu Federico Alizeri, che attribuì la tavola a Giovanni Cambiaso e la predella a Luca Cambiaso. Pasquale Rotondi mutò tali ipotesi per le discrepanze nella parte centrale tra i due santi protagonisti, pesanti nel modellato, goffi, impacciati, di sconnessa impostazione generale, e la freschezza e il vivace preziosismo con cui si modellano l'ampio paesaggio di fondo, le mani inguantate dei due santi, i bordi dei piviali, il libro di san Cipriano, la testa di san Cornelio e in alto il gruppo della Madonna col Bambino, san Sebastiano e gli angeli tra le nuvole.
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