Cosimo Fanzago

Cosimo Fanzago

Luogo di nascita: Clusone

Anno di nascita: 1591

Anno di morte: 1678

Biografia:

«Fu Cosimo alto a maraviglia della persona....Fu di aspetto che movea riverenza in vederlo»
Cosimo Fanzago è stato uno scultore e architetto italiano.Operò soprattutto a Napoli.
Nato a Clusone nel 1591 da Ascenzio Fanzago, discendente dell'illustre famiglia dei Fanzago, e da Lucia Bonicelli. Lo zio Pietro fu un ingegnere, matematico e fonditore e aveva costruito l'orologio planetario di Clusone. Fu in questa esperienza familiare che il giovane Cosimo iniziò a destreggiarsi nei primi rudimenti della scultura con ruoli limitati a quello di scalpellino e marmoraro. Gli inizi lombardi furono, con molta probabilità, accompagnati da brevi spostamenti verso le città di Bergamo e Milano dove era fervente l'attività edilizia dei conventi. Qui fu che molto probabilmente Cosimo Fanzago iniziò a muovere i primi passi nella sua definizione artistica. Gli scultori attivi a Milano verso la fine del Cinquecento e inizi del Seicento iniziarono ad elaborare nuove soluzioni plastiche dove la figura risulta è svincolata dall'architettura. Morto il padre, nel 1612, si spostò a Napoli presso lo zio paterno Pompeo che svolgeva nella Capitale del Viceregno il mestiere di orpellaio e Ufficiale delle Gabelle del Grano e delle Farine a Porta Capuana. Prima di arrivare a Napoli sostò a Chieti per un breve tempo. Nel 1612, quando risulta nei documenti già a Napoli da almeno quattro anni quando partì dalla sua terra natale, stipulò un contatto lavorativo con il marmoraro e scultore fiorentino Angelo Landi; arrivato a Napoli come molti altri artisti fiorentini al seguito di Giovanni Antonio Dosio per il cantiere della Certosa di San Martino. Nella stipula del contratto di lavoro si conosce che il Fanzago viveva, insieme ai familiari, alla Duchesca (attualmente alle spalle della Statua di Garibaldi in Piazza Garibaldi) nelle case dello scultore Girolamo D'Auria. Contemporaneamente alla stipula del contratto venne scambiata anche promessa di matrimonio con la figlia del Landi, Felicia. Dal matrimonio nacquero in seguito Caterina Vittoria, Ascenzio, Orsola e Carlo; quest'ultimo divenne continuatore dell'attività paterna anche in Spagna. I rapporti lavorativi col suocero furono ottimi anche dopo la scadenza biennale del contratto di lavoro fino alla morte di Landi nel 1620. In questi anni giovanili sono ascrivibili tre stemmi vicereali di Don Pedro Fernández de Castro per il Palazzo dei Regi Studi, realizzati tra il 1615 e il 1616 e oggi al Museo nazionale di San Martino e il monumento funebre al cardinale Carafa nella Cattedrale di Napoli. Tratti più personali della sua scultura iniziarono a trovarsi nel Sant'Ignazio a Catanzaro, realizzato nel 1616 per Annibale Mannarino; nel Sepolcro del Cardinale Acquaviva, realizzato negli anni 1617-1618 per la cappella del Monte di Pietà. Nel 1618 realizzò il San Francesco Saverio e il Sant'Aspreno nella Chiesa del Gesù Nuovo, contemporaneamente scolpisce anche il busto di Michele Gentile a Barletta, e nel 1620 realizzò la prima opera matura e svincolata dai modi tardo-manieristi ancora presenti in città: il ritratto marmoreo di Girolamo Flerio nella Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli.
In seguito alla morte del suocero, Fanzago si trasferì in via dei Cavaioli, nei pressi della Chiesa di Santa Maria Ognibene, dove gli venne ceduto un piccolo terreno per fabbricarvi sopra un'abitazione con giardino e laboratorio che poteva ospitare i suoi collaboratori. Tra il 1619 e il 1624 collaborò, insieme ai marmorari Nicola, Bartolomeo Botti e Francesco Balsimelli, alla realizzazione del ciborio dell'altare di Santa Patrizia. L'altare è stato, negli anni 1970, mutilato delle sue decorazioni e solo recentemente sono state ritrovate le statuine in bronzo delle Virtù realizzate dal Fanzago . A partire dal 1623 iniziò a lavorare per i suoi committenti più importanti, i Certosini di San Martino. Alle dipendenze di Giovan Giacomo Di Conforto il Fanzago intervenne nelle decorazioni del Chiostro Grande. Negli stessi anni, sempre sotto la dipendenza del Di Conforto, lavorò presso la Chiesa della Santissima Trinità delle Monache che realizzò il sagrato marmoreo. Nel 1628 fu accusato dell'omicidio, o come mandante, del marmoraro Nicola Botti, collaboratore del Fanzago nella Certosa e per tali ragioni fu allontanato dai Certosini per un breve periodo. Contemporaneamente fu attivo presso l'Abbazia di Montecassino dove fornì modelli per le sculture e i progetti di ammodernamento della chiesa. A partire da questi due lavori, la certosa e l'abbazia, il Fanzago diede avvio alla sua attività di progettista. Nel 1629 siglò il contratto per la realizzazione dell'altare maggiore nella Chiesa di San Nicolò a Lido e a Bergamo fornì i progetti per le chiese di Sant'Agata dei Teatini e della chiesa della Madonna della Neve in Rochetta; quest'ultima a pianta ottagonale e custodisce quattro statue disegnate dal Fanzago . Nel 1630, a seguito della morte del Di Conforto, divenne direttore dei lavori presso la Certosa di San Martino, e nel frattempo progettò a Pescocostanzo la chiesa del Gesù e Maria, i cui lavori terminarono nel 1636. Nel 1632 fu operativo presso il Gesù Vecchio con la realizzazione del Cappellone di San Francesco Saverio. Nel cantiere della Certosa, luogo dove l'estro creativo del Fanzago ebbe il suo momento più felice, realizzò gran parte delle decorazioni del chiostro con il pavimento bicromo; lavorò al rimaneggiamento della chiesa con la realizzazione di decorazioni in commesso marmoreo; eseguì la balaustra con teschi nel cimitero dei Certosini presente nel Chiostro Grande; progettò la facciata a serliana della chiesa e la scaletta a "calicò" nel giardino pensile dei monaci. Tra il 1630 e il 1647 fu operativo prevalentemente come progettista e direttore dei lavori. La gran mole di lavoro che si procurò in questi anni lo tacciarono di inadempienza di contratto causando non poche dispute legali con i committenti, tra questi anche i certosini. Curiosa fu la vertenza che ebbe con le monache di San Sebastiano, dove l'architetto si fece afferrare per pazzo per l'assegnazione della Chiesa. Il motivo fu di carattere familiare visto che una delle figlie del Fanzago aveva intenzione di prendere i voti nel monastero. La chiesa, in un primo momento affidata a Giuseppe Nuvolo, fu completamente riprogettata da Fanzago senza essere pagato e la realizzazione avvenne a proprio carico, ma le monache entrarono nuovamente in vertenza e il progetto di completamento ritornò nelle mani del Nuvolo. In questi anni vennero edificate su suo progetto le chiese dell'Ascensione a Chiaia, di Santa Maria dei Monti, di San Giuseppe dei Vecchi e di Santa Maria degli Angeli alle Croci. A seguito dell'incendio che distrusse l'intera navata si occupò della ricostruzione barocca della Chiesa di San Giorgio Maggiore, iniziata nel 1640 e terminata mezzo secolo dopo da Arcangelo Guglielmelli. Nel 1643 progettò la Chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo, con impianto ad aula centrale a croce greca; la facciata è frutto di un rifacimento realizzato nel 1709 da Giovanni Battista Manni.

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