Stile: Alta Rinascimento;
Luogo di nascita: Prato
Anno di nascita: 1472
Anno di morte: 1517
Biografia:
Fra Bartolomeo, detto anche Baccio della Porta (Sofignano (Prato), 21 agosto 1473 – Firenze, 31 ottobre 1517), è stato un pittore italiano, frate domenicano.
Figlio di Paolo di Jacopo, mulattiere e carrettiere – di qui il nome di Bartolomeo di Paolo di Jacopo "del Fattorino" - nasce a Sofignano di Prato, 21 agosto 1473 e visse dal 1478 nella casa fiorentina in Porta San Pier Gattolini, da cui gli venne anche il nome di Baccio della Porta.
Nel 1483 o 1484, su raccomandazione di Benedetto da Maiano, entrò a far parte della bottega di Cosimo Rosselli, dove conobbe anche Piero di Cosimo. Scrisse Vasari:
«Era Baccio amato in Firenze per la virtù sua, che era assiduo al lavoro, quieto e buono di natura et assai timorato di Dio, e gli piaceva assai la vita quieta e fuggiva le pratiche viziose e molto gli dilettava le predicazioni, e cercava sempre le pratiche delle persone dotte e posate»
Si trova menzionato per la prima volta in un documento del 1485, insieme con Cosimo Rosselli, relativo a un pagamento effettuato dalle monache di Sant'Ambrogio per un affresco eseguito da Cosimo. Insieme con Mariotto Albertinelli lasciò la bottega nel 1490 o 1491 per iniziare una reciproca collaborazione, interrotta momentaneamente nel 1493 e ripresa l'anno successivo.
La sua prima opera datata è l'Annunciazione del Duomo di Volterra, in cui mostra influssi di Domenico Ghirlandaio e di Leonardo, del quale adotta il trattamento chiaroscurale; l'opera risale al 1495, nel periodo in cui il domenicano Girolamo Savonarola, priore del convento di San Marco, cercava di imporre una severa moralità alla città di Firenze, attaccando la corruzione dei costumi e le gerarchie ecclesiastiche, finendo per essere scomunicato da papa Borgia nel maggio 1497.
Bartolomeo fu uno degli artisti più influenzati dalla predicazione del frate ferrarese. Ancora Vasari scrisse:
«Continovando Baccio la udienza delle prediche sue, per la devozione che in esso aveva, prese strettissima pratica con lui e dimorava quasi continuamente in convento avendo anco con gli altri frati fatto amicizia»
Per via degli strali savonaroliani contro l'amoralità della città, contro le "pitture lascive" e il rinato paganesimo dei neoplatonici, Bartolomeo arrivò a distruggere le sue stesse opere, probabilmente disegni, in cui comparivano "figure dipinte di uomini e donne ignude".
È forse del 1498 il Ritratto di Girolamo Savonarola, al Museo San Marco.
Bartolomeo era tra i presenti nel convento di San Marco quando, l'8 aprile 1498, venne assalito dagli avversari del Savonarola. E in quell'occasione, sempre secondo quanto testimonia Vasari, l'artista spaventato, fece voto di prendere l'abito domenicano se "campava da quella furia".
Dopo la cattura e la prigionia, Savonarola venne bruciato come eretico il 23 maggio 1498 in piazza della Signoria.
Il 22 aprile 1499 Gerozzo di Monna Vanna Dini gli aveva nel frattempo commissionato, per una cappella del cimitero dell'Ospedale di Santa Maria Nuova, un affresco del Giudizio Universale,
«il quale condusse con tanta diligenza e bella maniera in quella parte che finì che, acquistandone grandissima fama, oltra quella che aveva, molto fu celebrato per aver egli con bonissima considerazione espresso la gloria del Paradiso e Cristo con i dodici Apostoli giudicare le dodici tribù, le quali con bellissimi panni sono morbidamente colorite. Oltra che si vede nel disegno, che restò a finirsi, queste figure che sono ivi tirate all'Inferno, la disperazione, il dolore e la vergogna della morte eterna, così come si conosce la contentezza e la letizia, che sono in quelle che si salvano, ancora che questa opera rimanesse imperfetta, avendo egli più voglia d'attendere alla religione che alla pittura»
Del grande Giudizio Universale, completato da Mariotto Albertinelli e Giuliano Bugiardini, si può attribuire a Bartolomeo la parte superiore col Cristo, gli Apostoli e gli angeli che suonano le trombe del Giudizio; la composizione costituì poi un modello per la Disputa del Sacramento di Raffaello. L'opera non fu terminata da Baccio poiché il 26 luglio 1500 si fece frate a Prato, nel convento di San Domenico, lasciando ogni suo bene al fratello Piero; nel dicembre del 1501 tornò poi al convento fiorentino di San Marco.
Sollecitato dal suo stesso priore che e' facesse qualche cosa di pittura, et era già passato il termine di quattro anni che egli non aveva voluto lavorar nulla, nel 1504 Fra Bartolomeo ritornò al lavoro, aprendo un piccolo atelier nello stesso convento di San Marco. Essendo frate tutti i suoi guadagni andavano nelle casse del proprio convento, fatti salvi i costi per i colori e gli altri strumenti.
Il 18 maggio 1504 si impegnò con Bernardo Bianco a dipingere una pala con l'Apparizione della Vergine a san Bernardo oggi agli Uffizi, per la sua cappella di famiglia nella Badia Fiorentina. Scrisse ancora Vasari a proposito:
«Un non so che di celeste che resplende in quella opera, a chi la considera attentamente, dove molta diligenza et amor pose»
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