Luogo di nascita: Rovigo
Anno di nascita: 1487
Anno di morte: 1542
Biografia:
Francesco Xanto Avelli da Rovigo è stato un ceramista e poeta italiano.
Francesco Xanto (Santo) Avelli da Rovigo, detto Santino, è stato uno dei più importanti ceramisti del Rinascimento italiano. Colto umanista, fu poeta alla corte di Francesco Maria I della Rovere, duca di Urbino. Celebre la collaborazione con Mastro Giorgio Andreoli da Gubbio a cui demandava l'abbellimento delle sue maioliche con il lustro, di cui Mastro Giorgio rimane l'insuperato artefice.
Non abbiamo documenti che attestino la data di nascita di Xanto Avelli. Certamente la giovinezza la trascorse a Rovigo e iniziò in tenera età a cimentarsi nelle botteghe dei "bochaleri" veneti. Presto dovette rimanere sensibile al fascino che proveniva dai racconti dei maestri ceramici che transitavano a Ferrara, dove pare abbia trascorso qualche anno giovanile prima di passare per una breve esperienza faentina e, si presume anche dalla lettura dei sonetti dedicati a Francesco Maria della Rovere, finalmente raggiungere, qualche anno dopo il 1516, Urbino ricca di fermenti umanistici e resa celebre dal grande Raffaello.
«Ma non ancho venuto à gli sei lustri Er'io per tal sentier, ch'a un Rover d'oro Amor mi trasse e disse hor scrivi il vero. »
Si presume che all'inizio del soggiorno in Urbino avesse bottega propria ma già dal 1530 prese il via la collaborazione con Niccolò Pellipario (detto Nicola da Urbino) nella cui bottega preparava, con l'età avanzata di Nicola e a partire dal 1535, i pezzi principali dei servizi ("credenze") ordinati a Nicola. Xanto di qualche anno più giovane di Nicola da Urbino, già celebrato maestro ceramico in Urbino, condivise con lui le suggestioni della fastosa corte montefeltrina e per entrarvi con tutti gli onori, si cimentò con passione nella poesia, offrendo al duca Della Rovere dei sonetti, conservati nel fondo urbinate della biblioteca vaticana, in cui unisce aspetti della cultura del tempo a spunti autobiografici e celebrazioni cortigiane. Calato nella storia a lui contemporanea dipingerà sulla maiolica i grandi eventi accaduti sulla scena politica italiana come il sacco di Roma del 1527.Magistrale interprete del filone istoriato, Xanto riuscirà a trasferire nelle maioliche il gusto del pieno rinascimento conquistando riconoscimenti a corte e committenze prestigiose. La vasta produzione, attestata in oltre 400 opere conosciute, annovera piatti da pompa, e coppe con gli stemmi di celebri famiglie nobili del tempo. Dai Gonzaga di Mantova, ai Pucci, Michiel e i Pesaro. Nel vasto corpus di opere giunte fino a noi, e dalla mancanza di documenti, non risultano opere commissionate dai Della Rovere e questo ha suscitato perplessità negli studiosi: all'ipotesi che il materiale sia andato perduto fa da contraltare quella che vuole Francesco Maria marginalmente interessato alla ceramica per immortalarvi il suo casato e le sue gesta.
Nella sua opera di ceramista Xanto Avelli dimostra di possedere una vasta cultura: pittorica, mediata anche dalle incisioni di Marcantonio Raimondi, Agostino Veneziano e Marco Dente, che avevano avuto il merito di far circolare le opere dei grandi contemporanei, in cui primeggiano le figure di Raffaello, Mantegna e Parmigianino, unitamente ai riferimenti scultorei di epoca classica , e umanistica riscontrabile nei precisi rimandi ai testi letterari di Ovidio, Virgilio, Livio, Pompeo Trogo, Petrarca e Ariosto.
Come affermano Mallet e altri studiosi Xanto non si limiterà a restituire pittoricamente singoli episodi letterari o biblici ma comporrà i temi delle sue "istorie" riunendo ed elaborando più racconti, di differenti periodi storici. Nei temi trattati Xanto evidenzia riferimenti erotici, alchemici, astrologici e cosmogonici propri al neoplatonismo; tuttavia la sua apparente restituzione sincretica in un unicum visivo, sembra delineare in realtà una personale ricerca del vero che per Charles Robertson, nel notare una concordanza metodologica nei processi visuali mutuati dalle stampe dell'epoca tra, Michelangelo per la cappella Sistina e Xanto per il piatto dipinto con il "Trionfo di venere", farebbe dell'Avelli un vero e proprio "filosofo visivo".
È incerta la data a cui ascrivere la sua prima esperienza urbinate e conseguentemente il successivo soggiorno a Gubbio. Per Mallet si colloca negli anni prima del 1524, e quella eugubina tra il 1524 e il 1525, mentre per Carola Fiocco e Gabriella Gherardi le rispettive date vanno posposte di due anni. Per un biennio si trasferirà presso la bottega di Maestro Giorgio Andreoli e compariranno così le prime opere lustrate, recanti la sola firma di Mastro Giorgio (per il lustro) ma anche attribuite pittoricamente, per coerenza stilistica e formale a Xanto, che fece ritorno ad Urbino prendendovi moglie (dopo il 1525 per Mallet e dopo il 1528 per Fiocco e Gherardi). Unanime il giudizio sull'influenza che ebbe la lunga collaborazione con Mastro Giorgio Andreoli feconda di una continua maturazione stilistica e formale per Xanto.
Più...
Wikipedia link: Click Here