Giovanni Maria Falconetto

Giovanni Maria Falconetto

Luogo di nascita: Verona

Anno di nascita: 1468

Anno di morte: 1535

Biografia:

Giovanni Maria Falconetto è stato un architetto, pittore e scenografo italiano.
Un lungo soggiorno giovanile a Roma gli consentì di studiare l'arte classica e di entrare in contatto con il grande pittore Melozzo da Forlì. È il progettista della Loggia Cornaro, primo edificio compiutamente rinascimentale della città di Padova e precursore del teatro moderno, commissionatogli da Alvise Cornaro.Realizza nel 1524 a Padova i suoi capolavori, la loggia e l'Odeon per Alvise Cornaro, dipingendo un raffinato repertorio formale classicheggiante, memore degli insegnamenti romani di Raffaello e Peruzzi.
Giovanni Maria Falconetto nacque a Verona il 1468. Il padre Jacopo lo introdusse nell'arte della pittura. Conosciuto come il rosso di San Zeno, si formò culturalmente a Roma e si confermò artisticamente prima a Verona e poi a Padova al fianco di Alvise Cornaro. Tornò a Verona agli inizi del Cinquecento, per lavorare come affrescante prediletto nella cerchia politica di Massimiliano d'Austria.
L'attività veronese si può ammirare a San Giorgetto: la lunetta raffigurante il culto della Vergine; nella Cappella di San Biagio nella chiesa di San Nazaro e Celso; al Museo di Castelvecchio: S. Zeno e S. Benedetto con l'Annunciazione (ante d'organo); Augusto e la Sibilla; S. Giacomo Apostolo tra S. Gerolamo e altro santo (affresco). Due cassettoni del soffitto. Inoltre un importante contributo artistico è menzionato nella Villa Querini Stampalia, Montanari, Taccoli, nominata "la Persa" a Pressana, Verona.
Si trasferì a Padova quando a Verona ritornò la Serenissima Repubblica di Venezia.
Uno dei più interessanti spazi scenici rimasto intatto, o quasi, dal Cinquecento ad oggi, la Loggia della villa padovana di Alvise Cornaro, rappresentò un punto di svolta della scenografia teatrale moderna. È formato da un loggiato con cinque archi che guardavano verso il giardino, dove veniva montato un palco a gradoni per il pubblico; la struttura della loggia inglobava uno spazio determinato da un arco centrale (la ianua magna del teatro latino) e due archi ai lati che davano la possibilità di creare altri spazi interni; il tutto aveva anche un Odeo laterale alle gradinate, appositamente costruito per la musica d'accompagnamento di balli e spettacoli vari.
Alvise Cornaro era un nobile veneziano vicino al gruppo degli Umanisti del circolo veneziano, tra i quali i più celebri erano Pietro Bembo e Daniele Barbaro, e si riunivano a Palazzo Cornaro, nei pressi della basilica del Santo e vicino alla zona ospitaliera e di 'misericordia' del vicino convento di San Francesco. Presso la piccola corte padovana di Alvise viveva e lavorava Angelo Beolco il Ruzante: le sue commedie furono rappresentate (spesso per la prima volta) in questo spazio spettacolare all'aperto usando gli archi come spazi praticabili per abitazioni e osterie.
Falconetto si rifaceva al De architectura di Vitruvio, come del resto gli architetti rinascimentali da Andrea Palladio a Vincenzo Scamozzi soltanto per rimanere in area veneta e fra coloro che hanno lavorato nella scenografia teatrale. Il progetto del Teatro Olimpico di Vicenza di Palladio e l'Olimpico di Sabbioneta di Scamozzi (che completò anche il teatro palladiano con la scenografia lignea dell'Edipo re di Sofocle che inaugurò il teatro, e ancora oggi è parte integrante del teatro vicentino), sono i due esempi più celebri di adattamento rinascimentale alle forme del teatro greco-latino come, nel suo piccolo, è anche la loggia del Falconetto.
Nel primo ventennio del Cinquecento Falconetto, che non aveva dimenticato le opere romane di Melozzo da Forlì, fu chiamato a Mantova per affrescare l'attuale Palazzo D'Arco, al tempo dimora del ramo cadetto dei Gonzaga di Feltrino. Dell'affresco rimane l'interessante sala dello Zodiaco, scampata al rifacimento del palazzo e oggi soffitto del locale Museo di Storia Naturale.
Nei primi anni del Cinquecento non era difficile trovare affreschi che si riferissero ai corpi celesti e la loro influenza nella vita dei nobili signori; fra alcuni di questi affreschi i più celebri furono quelli del Palazzo Schifanoia di Ferrara per gli estensi, di Palazzo Farnese di Caprarola voluti dal Cardinale Alessandro Farnese, il Palazzo della Ragione sempre a Padova e innumerevoli altri.
A Mantova ebbe incarico da Aloisio Gonzaga, signore di Castiglione, Castel Goffredo e Solferino, di affrescare il suo palazzo con torre dei Gambulini, posto in via del Grifone (ora via Ardigò).
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