Biografia:
Guglielmo Girardi è un miniatore italiano ferrarese, tra i più importanti del rinascimento italiano, celebre per aver realizzato il Codice Urbinate Latino 365, commissionatogli dal duca di Urbino Federico da Montefeltro e in cui sono rappresentati alcuni episodi dell' Inferno e del Purgatorio dantesco.
Guglielmo Girardi (o Zirardi) nacque dal sarto ferrarese Giovanni de' Ziraldi detto il Magro in una data ignota, così come lo è la data in cui morì , anche se Luigi Michelini Tocci, sulla base di un primo lavoro artistico del 1448, suggerisce che il Giraldi dovesse avere 25 anni circa . L'attività biografica e artistica del Girardi, che iniziò nel 1441 e terminò nel 1496, indicano che ebbe sicuramente una lunga vita . Dopo aver ricevuto la tonsura nella Cattedrale di Ferrara (12 novembre 1441) insieme all'amico e collega Cosmè Tura , il Girardi incominciò a farsi notare da Lionello d'Este, marchese di Ferrara, per il suo talento artistico . Presso la corte estense il Giraldi lavorò anche dopo la morte di Lionello (1450), venendo assunto dal fratello del defunto marchese, Borso . Mentre Giraldi, tra il 1457 e il 1459, lavorava sull'Eneide e altre scene tratte dal corpus virgiliano per il patrizio veneziano Leonardo Sanuto a quell'epoca residente a Ferrara , contribuì all'ornamento artistico della celebre Bibbia di Borso d'Este . Inoltre, sappiamo che il Girardi lavorò anche a Mantova, da come si può desumere da un'epistola del 1469 indirizzata a Barbara di Brandeburgo, moglie di Ludovico Gonzaga .
Il servizio presso la biblioteca di Federico da Montefeltro, duca di Urbino, iniziò verso il 1478, grazie all'intercessione del calligrafo volterrano Matteo Contugi , che ricopierà le terzine dantesche . Alla corte di Urbino, presso la quale il Girardi rimase fino al 1480 alternando la sua permanenza con soggiorni ferraresi e dove ottenne la stima del duca Federigo (per il quale Girardi realizzò anche un evangliario e continuò il Virgilio richiesto dal Sanudo ), il Giraldi (aiutato anche dal nipote Alessandro Leoni ) pubblicò, dopo due anni di lavori, l'Inferno e alcune scene del Purgatorio dantesco, dando origine a quello che diventera il manoscritto Urbinate Latino 365, conservato attualmente alla Biblioteca Apostolica Vaticana . L'opera, straordinaria per la resa colorista e la vivacità che traspare dalle scene immaginate dal Giraldi, frutto della rinnovata concezione artistica propria del rinascimento. Secondo Giordana Canova Mariani, il "Dante Urbinate"
«La figurazione è costituita da una serie di grandi vignette, poste ciascuna all’inizio di ogni singolo libro, nelle quali Giraldi evoca le situazioni e i personaggi dei diversi gironi danteschi con straordinario impeto narrativo, con alta fantasia ed efficacia di invenzioni, con rara intensità drammatica, e con una qualità violenta di colore e di luce, livida o affocata, capace di suscitare un eccezionale impatto emotivo»
Ritornato a Ferrara, Giraldi continuò a lavorare per il nuovo duca Ercole I, continuando la sua attività di miniatore . Nel 1486 prese definitivamente gli ordini sacri e, nel 1494, è arciprete di San Giovanni di Sassocorvaro . Non si sa dove e quando morì, ma dal testamento del 1478 dispose di essere sepolto nella certosa di San Cristoforo a Ferrara, luogo a lui particolarmente caro .
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