Jacopo Barbari

Jacopo Barbari

Anno di nascita: 1460

Anno di morte: 1516

Biografia:

Jacopo de' Barbari, conosciuto anche come Iacopo de' Barbari o con i cognomi de Barbari, de Barberi, Barbaro, Barberino, Barbarigo o Barberigo includono il primo esempio conosciuto di trompe l'oeil dell'antichità. Di notevole influenza artistica furono anche le sue ventinove incisioni e tre grandissime xilografie, tra cui uno dei più grandi capolavori della cartografia urbana, la celebre Veduta di Venezia.
Il luogo e la data di nascita dell'artista sono incerte, ma fu descritto come veneziano dai contemporanei, compreso Albrecht Dürer (van Venedig geporn) e come ‘'vecchio e stanco'’ nel 1511. Per l'anno di nascita si può quindi dedurre una data compresa tra il 1445 e il 1470. Vi furono anche ipotesi che fosse di origine tedesca, ma ora sembra chiarito che nacque a Venezia ed era italiano. Vi sono anche dei suoi documenti scritti in italiano ed indirizzati a corrispondenti tedeschi.
Firmò la maggior parte delle sue incisioni con un caduceo, il simbolo di Mercurio, e la natura morta (in alto a destra) con la seguente dicitura: "Jac.o de barbarj p 1504" nel pezzo di carta raffigurato nel dipinto. . Se ne deduce che non apparteneva all'importante famiglia dei Barbaro, anche considerando che non fu mai elencato nella genealogia di questa famiglia.
Non si conosce nulla dei suoi primi decenni, nonostante Alvise Vivarini sia stato indicato come suo maestro. Lasciò Venezia per la Germania nel 1500, e da allora vi sono maggiori informazioni sulla sua vita. In Germania lavorò per l'Imperatore Massimiliano I di Norimberga per un anno, poi in varie località per Federico il Saggio di Sassonia tra gli anni 1503 e 1505, prima di spostarsi presso la corte di Gioacchino I di Brandeburgo, verso gli anni 1506-1508. In Germania fu conosciuto anche come Jacopo Walch, probabilmente da Wälsch, straniero, un termine spesso usato per gli italiani.
Pare che abbia fatto ritorno a Venezia con Filippo I di Castiglia, per il quale successivamente lavorò in Olanda. Nel marzo del 1510 lavorò per il successore di Filippo, Margherita d'Asburgo a Bruxelles e Malines. Nel gennaio del 1511 si ammalò e fece testamento; a marzo l'Arciduchessa gli concesse una pensione a vita, vista la sua vecchiaia e debolezza (debilitation et vieillesse). Morì nel 1516, lasciando all'Arciduchessa ventitré splendidi piatti cesellati.
La sua prima opera documentata è l'immensa (1,315 x 2,818 metri, sei pannelli) e impressionante xilografia Veduta di Venezia del 1500. Il 30 ottobre 1500 la Repubblica di Venezia concesse all'editore tedesco Anton Kolb il privilegio di stamparla, dopo tre anni di lavoro impiegati sull'opera ad incidere minuziosamente i legni di pero delle tavole. Quest'opera, estremamente precisa e dettagliata, è basata e trae le sue fonti dal lavoro di molti topografi. Fu considerata subito un'impresa spettacolare e provocò sin dall'inizio un enorme stupore. In una stampa successiva fu lievemente aggiornata da altri artisti, per tener conto della costruzione e modifica di grandi edifici della città. La matrice xilografica originale è tuttora conservata ed esposta presso il Museo Correr di Venezia.
Oltre alla Veduta di Venezia, produsse due altre opere con la stessa tecnica, il Trionfo di un uomo su un satiro (tre pannelli) e la Battaglia fra uomini e satiri (due pannelli), entrambe rappresentanti uomini e satiri, che furono le più grandi e sorprendenti xilografie figurative fino ad allora realizzate, costituendo per decenni il punto di riferimento delle migliori, grandi xilografie italiane. Queste opere potrebbero anche risalire ad un periodo precedente al 1500 e furono sicuramente influenzate dalle opere di Andrea Mantegna.
Quando la Veduta di Venezia fu pubblicata, de' Barbari aveva già raggiunto la Germania, dove incontrò Dürer, forse già conosciuto durante il primo viaggio in Italia del tedesco (un passaggio in una lettera di Dürer è ambiguo). Discussero sulle proporzioni umane, certamente non tra le peculiarità dell'arte del de' Barbari, ma Dürer fu decisamente affascinato da quello che sentì dall'artista veneziano, nonostante l'impressione che egli non avesse rivelato tutte le conoscenze in suo possesso:
«…Non ho trovato nessuno che abbia scritto qualcosa sui canoni delle proporzioni umane, eccetto un uomo chiamato Jacob, nato a Venezia e pittore affascinante. Mi mostrò le figure di un uomo e una donna, che realizzò in base a dei canoni matematici di proporzione, così ebbi modo di vedere ciò che intendeva, anche se egli non volle mostrarmi completamente i suoi principi, come intesi chiaramente.»
Vent'anni dopo, Dürer tentò invano di ottenere da Margherita d'Asburgo il manoscritto su questo argomento del de' Barbari, nel frattempo deceduto. Questo scritto è scomparso e lo si ritiene perduto.

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