Luogo di nascita: Florence
Anno di nascita: 1486
Anno di morte: 1570
Biografia:
Jacopo Sansovino al secolo Jacopo Tatti detto il Sansovino è stato un architetto e scultore italiano.Fu il Proto (massimo architetto) della Repubblica di Venezia dal 1529 fino alla morte, poi sostituito dall'architetto veneto Andrea Palladio.
Iniziò il suo apprendistato artistico nella bottega di Andrea Contucci, detto Il Sansovino, dal quale ereditò anche il soprannome, verso il 1506 a Roma, accompagnato da Giuliano da Sangallo il Giovane; le sue prime opere autonome e autografe sono documentate solo a partire dal successivo rientro a Firenze, dal 1511 al 1518, mentre è assai probabile l'esecuzione da parte sua dell'ultima delle sculture (verso sinistra) nel coro di Santa Maria del Popolo, dove Andrea Sansovino stava lavorando ai 2 monumenti funebri di Ascanio Sforza e Girolamo della Rovere sotto la direzione di Donato Bramante. Per esempio il Bacco al Bargello, commissionato da Giovanni Bartolini, è di poco posteriore all'analogo Bacco di Michelangelo, però da questo si discosta volontariamente a causa della diversissima personalità dello scultore, con una differente impostazione espressiva più vicina all'arte classica. Seguono altre opere legate allo stile del suo maestro Andrea, come il San Jacopo Apostolo (1511, Duomo di Firenze) o il San Jacopo di Compostela (1518, chiesa di Santa Maria di Monserrato, Roma), seppur con qualche dettaglio che rivela di nuovo un'influenza michelangiolesca, come la torsione delle figure. Sempre a Firenze partecipò al concorso per la realizzazione del Mercato Nuovo, senza vincerlo. Migliore esito ebbe invece il concorso per la basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini a Roma, bandito da Leone X nel 1514, al quale parteciparono anche Raffaello, Antonio da Sangallo il Giovane e Baldassarre Peruzzi. Il suo progetto fu scelto ma, in seguito a difficoltà tecniche, egli abbandonò il cantiere poco dopo l'inizio, delegando Antonio da Sangallo.
Nel 1515 partecipa al concorso per la facciata della basilica di San Lorenzo a Firenze, dove viene in contatto diretto con Michelangelo (che vinse il concorso anche se l'opera resta tutt'oggi incompiuta), dal quale attinse irrobustendo i volumi delle sue successive opere architettoniche, con maggiori effetti di chiaroscuro dati dal contrasto tra spazi pieni e vuoti.
Il suo secondo periodo romano (1516-1527) è caratterizzato da uno sviluppo del suo stile verso una maggiore grandiosità, come nella Madonna del Parto nella basilica di Sant'Agostino (1521), il Sant'Antonio oggi per San Petronio a Bologna e i monumenti funebri al Cardinale Sant'Angelo e a Antonio Urso nella chiesa di San Marcello al Corso, insieme con Andrea Sansovino, e quello al Cardinale Quignone in Santa Croce in Gerusalemme, indipendentemente. Come architetto ristrutturò le cappelle (e forse anche altri elementi architettonici) nella già citata San Marcello al Corso, che era stata distrutta da un incendio nel 1519 e venne terminata in gran parte nel 1527, e creò il Palazzo Lante, che segna la prima opera nella quale il suo stile, derivato dalla scansione degli spazi di Bramante, inizia ad essere evidente.
Fuggì da Roma in seguito al Sacco del 1527, riparando a Venezia, dove avrebbe voluto solo transitare, diretto verso la Francia. Fu invece trattenuto in città dopo essere stato presentato al doge Andrea Gritti dal cardinal Grimani, ricevendo un'immediata commissione per il restauro delle cupole della basilica di San Marco. A Venezia si stabilì poi in via definitiva e lasciò la città lagunare solo per un viaggio nella sua città natale, nel 1540. Qui lavorò come scultore e, soprattutto, come architetto, spesso ospitando suoi concittadini, i quali portarono ventate di novità centro-italiane in Laguna (quali l'Ammannati, il Vasari, Francesco Salviati).
Come premessa all'architettura del Sansovino, si deve ricordare che la città di Venezia, grazie alla sua particolare politica e alla sua posizione geografica, presentava delle caratteristiche degli edifici diverse rispetto alle altre grandi città dell'epoca. Il sorgere dei palazzi non era, infatti, influenzato da strutture belliche, come bastioni o fortezze, cosicché permetteva agli artisti di lavorare alla realizzazione o alla costruzione di edifici elaborando con maggior libertà l'aspetto estetico.
Fu il primo architetto nella città dei canali ad introdurre lo stile monumentale del Rinascimento maturo, sebbene adattato alle caratteristiche architettoniche della città, fino ad allora dominata dallo stile ornato e minuzioso di Codussi e dei Lombardo. Partecipò probabilmente alla ricostruzione delle Procuratie Vecchie, nella fase conclusiva dei lavori, e da questo intervento prese forma il progetto di ristrutturazione completa di piazza San Marco, comprendente l'edificazione della Biblioteca Marciana (fino al 1546), della Loggetta del Campanile (1537-1540), per la quale scolpì anche i rilievi e le statue nelle nicchie, e infine delle Procuratie nuove, costruzione cui attesero, a causa della sua morte, Vincenzo Scamozzi e Baldassare Longhena, il primo dei quali modificò l'originale progetto del Sansovino, aggiungendo all'edificio un ulteriore piano, e dunque innalzandolo rispetto alla Libreria Marciana. Sansovino fu nominato Proto della Repubblica, cioè massimo architetto, nel 1529, prestigiosa carica che mantenne fino alla morte.
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