Lorenzo Ghiberti

Lorenzo Ghiberti

Stile: Precoce Rinascimento;

Luogo di nascita: Florence

Anno di nascita: 1378

Anno di morte: 1455

Biografia:

Lorenzo Ghiberti è stato uno scultore, orafo, architetto e scrittore d'arte italiano.
Insieme a Masolino da Panicale, Michelozzo e Jacopo Della Quercia ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione del linguaggio rinascimentale, grazie alla valutazione positiva della cultura tardo gotica, ma corretta e riordinata secondo i nuovi principi: nelle sue figure seppe fondere insieme le linee eleganti del gotico internazionale con le bellezze dei nudi ellenizzanti, il naturalismo attento al dettaglio e il gusto archeologico rinascimentale, inserendo le sue figure in scene costruite con una prospettiva più intuita che reale, seguendo maggiormente i criteri dell'ottica medievale piuttosto che le novità di Brunelleschi e Alberti.
La determinazione della data di nascita di Ghiberti ha richiesto un certo impegno, per le informazioni contraddittorie date dall'artista nelle varie dichiarazioni catastali e di denunce di beni, e che, risalendo a partire dalle età dichiarate, collocavano la sua nascita ora al 1380, ora al 1381 ora al 1382. In una "tamburazione" del 17 marzo 1444 (denunzia anonima inserita in un "tamburo") si dichiarava l'artista incompatibile con la carica dei dodici buonomini poiché figlio illegittimo: in tale dichiarazione, ben informata sul suo stato familiare, si riportano i nomi del padre, l'orafo Bartolo di Michele (detto "Bartoluccio"), e della madre, monna Fiore, che era una "figliola d'un lavoratore di Val di Sieve" maritata in Pelago (all'epoca detto popolo di San Chimenti a Pelago) a Cione di ser Bonaccorso Abatini o Batini, "persona disutile e quasi smemorato". Cione doveva essere una persona agiata, in quanto figlio di un notaio ("ser" era infatti l'appellativo onorifico di chi esercitava tale professione), ma non doveva esser amato dalla moglie, che lo lasciò e partì da Pelago, venendo a Firenze nel 1374 circa dove conobbe Bartolo. Con quest'ultimo ebbe due figli nel giro di quattro/cinque anni: prima una femmina e poi Lorenzo, nel 1378, come si legge appunto nel documento .
È quindi altamente probabile che l'artista sia nato a Firenze e non a Pelago, come vorrebbe una tradizione locale, ricordata anche da una targa sulla facciata della casa dove probabilmente abitò sua madre .
Facendo ricorso alla suddetta tamburazione, il Ghiberti presentò un documento in cui si dichiarò figlio di Cione (una dichiarazione forse di convenienza), mostrando l'atto di matrimonio con Fiore, del 1370, e dichiarandosi nato nel '78. Nella stessa occasione, per discolparsi dall'accusa di non aver mai pagato le tasse, né lui né la sua gente (altra ragione di ineleggibilità), presentò un attestato di pagamento dei tributi di Cione, datato 1375 e relativo al gonfalone del Leone Rosso nel quartiere di Santa Maria Novella .
Bartolo abitava invece in via Nuova di San Paolo, forse l'ultimo tratto di via del Porcellana, vicino a via della Scala, dove risiedette Lorenzo durante la prima gioventù, almeno fino al 1419 .
La prima formazione di Ghiberti avvenne nella bottega d'oreficeria del padre, allora una delle attività più fiorenti a Firenze: più o meno negli stessi anni si formavano in botteghe orafe Brunelleschi, Donatello e Luca della Robbia, tanto per fare qualche esempio dei numerosi artisti fiorentini che avevano in comune tale percorso .
Possiamo ipotizzare che il giovane Lorenzo sia stato influenzato dalla cultura protoumanistica che circolava tra gli scultori che lavoravano per la Porta della Mandorla di Santa Maria del Fiore. Di questo periodo non rimane comunque nessuna traccia, se non la sua stessa testimonianza nei Commentari. Tale testo prende avvio descrivendo l'anno 1400 in cui, per via di un'epidemia e di disordini politici, il giovane artista lasciò la città, accompagnato da un pittore di cui non riferisce il nome, ma specifica essere "egregio" (forse era Mariotto di Nardo). La destinazione era Pesaro, dove il collega era stato invitato da Malatesta IV Malatesta e dove i due crearono una stanza "pitta con grandissima diligentia": un'indicazione che non è possibile verificare poiché l'opera andò perduta quando il palazzo medievale venne completamente ricostruito nel Cinquecento .
A quegli anni è attribuita un'Assunta nella chiesa dei Servi di Sant'Angelo in Vado, un paio di bassorilievi di incerta attribuzione e datazione e, appare sicuro, un portale secondario nella chiesa di San Francesco a Urbania .
Durante quel viaggio i suoi amici fiorentini gli inviarono la notizia del bando del concorso per la porta nord del Battistero: l'artista non lo scrisse, ma fu probabilmente lo stesso padre Bartolo ad avvisarlo, anche se egli evidentemente non voleva darne conto (tanto più che omise l'intera sua formazione da orefice) per via delle sue beghe per la nascita extramatrimoniale. A riportare tale notizia è infatti Vasari, che nella biografia dell'artista si basò anche su altre fonti rispetto all'autobiografia .
Licenziatosi quindi dal signore di Pesaro e dai compagni, Ghiberti fece ritorno a Firenze, nel 1401, dove si mise al lavoro per una formella da far partecipare al concorso, un Sacrificio di Isacco, ora conservata al Bargello: in quest'opera lo spazio è diviso in due dalla diagonale formata dallo sperone di roccia, con a destra il gruppo del sacrificio; le figure sono perfettamente proporzionate e modellate sull'antico, in pose eloquenti ma pacatamente rigide .

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