Luogo di nascita: Panicale
Anno di nascita: 1383
Anno di morte: 1447
Biografia:
Tommaso di Cristoforo Fini, noto come Masolino da Panicale e un interesse verso una resa volumetrica più semplice e solida (come nella monumentale figura della Madonna o nelle gambe del Bambino).
Del tutto legata al gotico è invece un'altra Madonna dell'Umiltà oggi agli Uffizi, che studi recenti datano a un periodo anteriore al 1423, prima di un qualsiasi contatto con Masaccio, dalla quale si dimostrerebbe la primitiva adesione del pittore allo stile elegante e stilizzato di Lorenzo Monaco.
Masolino è documentato a Empoli nel 1424, senza Masaccio, per quanto ne sappiamo. Eseguì un vasto ciclo di affreschi nella chiesa di Santo Stefano, del quale restano solo pochi frammenti (Sant'Ivo e i pupilli e Vergine col Bambino). Per il battistero della Collegiata affrescò inoltre un Cristo in pietà, oggi nel Museo della collegiata di Sant'Andrea e la chiesa di Santo Stefano. Quest'ultima opera si caratterizza per la spiccata solidità fisica delle figure, in particolare del torso nudo di Cristo, che si erge da un sarcofago classicheggiante creato in prospettiva centrale, con il punto di fuga al centro del petto del Salvatore. La gestualità dei dolenti inoltre cerca di superare gli stereotipi tradizionali, verso una resa più naturale dei sentimenti.
Probabilmente a quest'epoca Masolino era assistito da Francesco d'Antonio, artista minore uscito dall'orbita di Lorenzo Monaco, che ricorre spesso nei documenti con Masolino dal 1422 al 1424.
Affermatosi come uno dei migliori pittori presenti a Firenze in quegli anni, Masolino continuò a ricevere commissioni apparentemente senza soluzione di continuità, e dovette verosimilmente ricorrere ad aiuti per far fronte alle richieste. Fu in questo periodo che dovette iniziare la collaborazione con Masaccio, il quale non ricevette commissioni indipendenti, per quanto si sia oggi a conoscenza, fino al 1426.
Secondo i più recenti studi la sua collaborazione con Masaccio iniziò a Firenze nella cappella di Paolo di Berto Carnesecchi in Santa Maria Maggiore. Masolino e Masaccio operarono sul quasi completamente perduto Trittico Carnesecchi.
È ipotizzabile che il tramite del sodalizio tra i due pittori sia stato lo stesso Paolo Carnesecchi, ricco mercante ed influente uomo politico: Paolo era stato infatti in diverse occasioni console dell'Arte dei Medici e degli Speziali a cui erano immatricolati sia Masaccio che Masolino e quindi doveva conoscere entrambi. La Madonna di Brema datata 1423 ci dice che Masolino aveva già probabilmente lavorato per i Carnesecchi; inoltre le capacità di Masaccio non potevano essere sconosciute a Paolo. Masaccio infatti era autore del trittico di San Giovenale cioè di un'opera esposta nei dintorni di Cascia dove i Carnesecchi avevano consistenti possessi già dai primi anni del Trecento.
Probabilmente Masolino chiese al giovane collega di continuare a lavorare insieme, molto probabilmente a causa della sua imminente partenza per l'Ungheria, dove infatti si recò nel settembre 1425, al seguito del condottiero fiorentino Pippo Spano e quindi per evitare di incorrere nel pagamento delle penali per il mancato rispetto dei termini di consegna di opere già precedentemente concordate con i suoi committenti.
I due pittori eseguirono la Sant'Anna Metterza, quest'ultima oggi agli Uffizi; il centro focale di questo dipinto, almeno secondo le intenzioni di Masolino avrebbe dovuto essere la figura della Sant'Anna, ma l'intervento di Masaccio lo spostarono inevitabilmente sulla Madonna col Bambino, così solida, plastica e ben proporzionata da rompere l'unità formale della tavola secondo le impostazioni originarie. Forse risale al 1423-1424 anche la Pala Colonna, che significherebbe un primo viaggio a Roma dei due artisti al seguito di Martino V .
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