Vincenzo Camuccini

Vincenzo Camuccini

Stile: Accademico; Neo Classicismo;

Anno di nascita: 1771

Anno di morte: 1844

Biografia:

Vincenzo Camuccini, talvolta indicato anche come Camucini (Roma, 22 febbraio 1771 – Roma, 2 settembre 1844), è stato un pittore e restauratore italiano.
Vincenzo Camuccini fu uno dei più importanti pittori del Neoclassicismo italiano e della pittura di storia, nonostante sia vissuto in un periodo storico, il XIX secolo, dove la cultura romantica aveva preso piede all'interno del panorama artistico-letterario europeo.
Giovanissimo, aveva sposato Maddalena Devoti, figlia di Carlo, eminente medico alla corte pontificia e nipote dell'arcivescovo Giovanni Devoti, massimo esperto di diritto canonico. Questi aveva accompagnato il papa a Parigi per l'incoronazione di Napoleone Bonaparte.La sorella di Maddalena, Caterina, aveva sposato il ricco banchiere romano, Emilio Bracci, figlio di Virginio, principe del consiglio del Buon Governo e nipote di Pietro Bracci, scultore.
Era fatello di Pietro Camuccini, divenuto famoso per la pulitura del Giudizio universale di Michelangelo nel 1824-25, e che eseguì restauri vari per i Borghese come la revisione della Deposizione di Raffaello e la pulitura della Danae del Correggio nel 1827. Tra gli artisti che frequentarono il suo studio si ricorda il pittore e scultore Giuseppe Meli che lo raggiunse durante il suo soggiorno a Napoli e successivamente e Roma.
Nato a Roma il 22 febbraio del 1771 da Giovanni Battista, commerciante in carbone di famiglia ligure, e Teresa Rotti, Vincenzo Camuccini rimase orfano in giovane età, venne educato fin da piccolo alla pittura dal fratello maggiore Pietro, che lo sostenne moralmente e materialmente. Grazie a Pietro, il giovane Vincenzo cominciò ad informare personali orientamenti di gusto e ad accostarsi allo stile di Raffaello, considerato dagli artisti neoclassici, Mengs su tutti, come il modello a cui ispirarsi per la pittura.Ogni giorno Camuccini visitava le Stanze di Raffaello all'interno degli appartamenti pontifici in Vaticano, si allenava a copiarne lo stile; di quel periodo ci sono pervenuti moltissimi disegni dell'artista romano.In adolescenza passò prima alla scuola di Domenico Corvi e successivamente a quella più famosa di David.
La prima opera pittorica riconosciuta di Vincenzo Camuccini è il Sacrificio di Noè eseguita in tenera età dall'artista, a soli quattordici anni.Oltre a studiare i capolavori della scultura classica e della pittura rinascimentale, Camuccini amava molto rappresentare la realtà di tutti i giorni, ritraendo sia la natura che la gente della strada per studiarne le espressioni e dare il più possibile ai suoi dipinti una nota realistica. Probabilmente in questo il pittore venne influenzato dal Romanticismo, molto attento alla bellezza e alla grandiosità della Natura, in tutti i suoi particolari. Questo suo interesse nei confronti della resa realistica dei soggetti lo spinse a frequentare gli ambienti ospedalieri della Città Eterna, per eseguire studi sui cadaveri allo scopo di capire il funzionamento dell'anatomia umana.
Durante questi anni realizzò numerose copie dei dipinti di Raffaello, la più apprezzata, eseguita a diciotto anni fu la Deposizione Baglioni della Galleria Borghese, dipinto lodato da molti pittori a lui contemporanei.
Dopo aver trascorso anni a copiare i più grandi della storia dell'arte, il Camuccini cominciò a realizzare opere di propria invenzione.La sua fama crebbe negli anni, portandolo a ricevere commissioni sempre più importanti, fino ad arrivare alla nomina da parte di papa Pio VII a direttore generale della Fabbrica di San Pietro e all'incarico di sovraintendenza ai Musei Vaticani, che negli anni era stato di illustri artisti come Michelangelo, Maderno e Bernini. Per il pontefice realizzò L'Incredulità di San Tommaso e un San Simone e Giuda, due tele di grandi dimensioni per la Basilica di San Pietro.
Contemporaneamente, Vincenzo Camuccini aprì un importante atelier a Roma, frequentatissimo da molti artisti, italiani e stranieri.
Dopo aver lavorato per il re di Monaco, per il quale realizzò importanti copie di capolavori del Rinascimento italiano, si trasferì a Napoli alla corte di Ferdinando I, dove rimase per otto mesi, decorando la corte con importanti pitture. Su tutte suscitarono grande ammirazione da parte di importanti personaggi del tempo, come Antonio Canova e Vincenzo Monti, i due dipinti ispirati alle opere di Tito Livio e Plutarco: La morte di Giulio Cesare e La morte di Virginia. La prima delle due fu ispirata anche dalla tragedia voltairiana che andò in scena a Roma nel 1798, l'anno stesso del dipinto. Nel 1819 il re gli affidò l'incarico di direttore artistico della sua corte.
Grazie a due importanti commissioni ricevute da Napoleone, i dipinti di Carlo Magno chiama a Parigi i letterati d'Italia e Germania per la fondazione dell'Università e Tolomeo Filadelfo nella biblioteca di Alessandria realizzati per il palazzo del Quirinale (oggi a Napoli, Museo di Capodimonte), ottenne il titolo di cavaliere dell'ordine del merito delle due Sicilie.

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